Attualità

Ripartono da Bari le tesi del Prof. Auriti per la rinascita della proprietà popolare della moneta

Flavio Fornelli
Prossima inizitiva sarà un convegno sul tema
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Gli ultimi due anni sono stati forieri di enormi spunti di riflessione nell’ambito della politica economica internazionale e le vicende comunitarie ma soprattutto quelle americane – in tal senso – continuano ad esternare vicende importanti e che prestano al mondo accademico rivoluzionari “moti”.

Lo scenario economico sempre più ambiguo e sinistro ha mostrato la sua enorme debolezza e la maggior parte dei più autorevoli esperti in materia pongono quotidianamente l’accento su disegni e architetture imposte dal “sistema bancario” in danno delle popolazioni cosi dette industrializzate; bolle speculative, emissione di titoli tossici, erosione dei risparmi e altalena continua dei tassi ufficiali di sconto unitamente alle oscillazioni dello spread.

In questo contesto di enorme confusione che ha però generato una gigantesca crisi economica – crisi che ormai si è manifestata in maniera violenta sulla economia reale – tornano fortemente in auge le tesi ideate, diffuse e sostenute dal noto giurista Giacinto Auriti il quale ha dedicato e speso la sua intera vita propugnando la teoria del valore indotto.

Il Prof. Auriti scomparso poco più di dieci anni fa ha sostenuto la sua tesi per oltre 35 anni dando addirittura seguito alla stessa con un esperimento reale sulla popolazione e sui cittadini di Guadiagrele (CH), sua città natale. Scopo della teoria (e della pratica) era quello di verificare che i cittadini potessero autonomamente e per convenzione creare il valore della moneta locale senza che vi fossero gli interventi né dello Stato né del sistema bancario. Questo teorema, poi dimostrato, sosteneva che la sovranità della moneta non dovesse essere detenuta da una Banca Centrale (illo tempore Banca d’Italia, oggi BCE) ma dalla proprietà della moneta stessa ovvero dai cittadini.
L’esperimento reale fu condotto nella città di Guardiagrele (CH) e dimostrò un dato assolutamente tangibile in economia monetaria: cioè accertare e accettare definitivamente che il valore della moneta (qualsiasi essa sia) è dato solo da chi la accetta sulla base di una convenzione e non dagli istituti di credito che la emettono.

All’uopo e per dar seguito a quanto asserito il giurista abruzzese ideò una nuova moneta denominata SIMEC e decise di ammetterla al cambio della lira e alla libera circolazione sul comune di Guardiagrele – comune noto alla cronaca del tempo per l’elevato numero di suicidi a causa di insolvenze; l’idea, che riscosse un enorme successo, costituì un rivitalizzante per la economia del piccolo comune abruzzese e parafrasando il risultato finale lo stesso Auriti commentò: “E’ come se avessimo messo sangue in un corpo dissanguato”.

La iniziativa –  dai sensibili rilievi in materia di sociologia giuridica ed economica – ebbe rilevante eco a livello nazionale e internazionale, sostenuta soprattutto dal cavallo di battaglia di Auriti: l’art. 42 della vigente Costituzione il quale al secondo comma – udite udite – riconosce la proprietà della moneta per tutti conferendo al singolo non solo la piena sovranità politica ma anche quella monetaria; suo malgrado e nonostante l’incredibile successo della iniziativa, Auriti non riuscì a portare a termine il suo progetto in quanto la Procura di Chieti (nel pieno corso del successo della iniziativa economico-popolare) dispose il sequestro della moneta SIMEC.

Allo stato attuale – dunque arriviamo ai giorni nostri – in cui il sistema bancario è all’apice della sua criticità acquisisce forza e autorità la tesi del geniale Auriti per differenti ragioni di sorta: la prima potrebbe essere per esempio che dopo pochi mesi dall'aver disposto il sequestro di tutti i SIMEC in circolazione, la stessa Procura si vide costretta a disporne il dissequestro per mancanza “sostanziale” di argomenti;  la seconda potrebbe essere che in tempi in cui la insoddisfazione politica e monetaria delle popolazioni mondiali è al suo culmine (e lo è) potrebbero essere riprese le fila di un interessante “argomento” cosi come proposto da Auriti senza neanche attualizzarlo.

In tutta Italia esistono associazioni locali più o meno importanti le quali cercano di diffondere da un lato le idee del Prof. Auriti e dall’altro il manifesto del giurista che propone un regime monetario uniforme in cui la persona umana sia padrone e non debitore della moneta; il tutto è sostenuto dal portale web www.simec.org</a>;  anche nella città di Bari questo movimento non politico ma socio-giuridico ha trovato la sua identità. E' stata infatti creata una fan page tematica sul social network Facebook denominata Bari per la proprietà popolare della moneta, attraverso la quale i gestori lanciano spunti di riflessione e cià che può essere d'aiuto a far crescere ed a diffondere questo interessante movimento.

Ma il movimento non si limita all'esistenza "virtuale": prima iniziativa è stata la distribuzione di materiale informativo presso la Facoltà di Economia di Bari. Il tema interessa e riguarda tutti, ma è bene che soprattutto i giovani studenti di materie economiche vengano a conoscenza di alcune distorsioni del nostro sistema monetario e bancario. Prossimo obiettivo è, fanno sapere i fautori del movimento, organizzare un convegno ospitando economisti, bancari, professori di chiara fama nazionale al fine di sensibilizzare gradualmente giovani e meno giovani su un tema che caratterizza quotidianamente le azioni di ogni singolo individuo.

lunedì 11 Febbraio 2013

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