Attualità

Azione Universitaria Bari: il giorno del ricordo sia un monito per tutti

La redazione
I rappresentanti degli studenti ricordano così le vittime del massacro titino
scrivi un commento 26

La strage delle Foibe non fu una vendetta da parte della popolazione locale come ritorsione alle politiche nazionalizzanti del regime, bensì la realizzazione di un preciso disegno politico, una pulizia etnica perpetrata ai danni degli Italiani che vivevano, ed erano la maggioranza, nei territori di Fiume, Istria e Dalmazia. Ciò che più fa male è l’oblio della memoria, in cui l’accaduto è, suo malgrado, sprofondato.

Preoccupante è il fatto che fino a qualche anni fa i libri di storia non trattavano neanche le stragi delle Foibe. “Com'è stato possibile tenere nascosta la cruda verità? Ci chiediamo ancora oggi per quale motivazione nessuno mai ha parlato per oltre 50 anni di ciò che dovettero subire i nostri compatrioti in quelle terre!”, si domanda Vito Giardino, consigliere di Dipartimento della Facoltà di Giurisprudenza per Azione Universitaria e membro della Consulta comunale degli studenti universitari di Bari.

Per questa ragione Vito e i militanti dell’associazione universitaria a cui appartengono hanno organizzato questa mattina nel palazzo di via Crisanzio una mostra fotografica che ripercorre con immagini e didascalie ciò che accadde a partire dal 1943 fino a dopoguerra inoltrato nelle terre occupate dai Partigiani Titini.

“Ciò che i giovani – e non solo – hanno il dovere, civile e morale, di rinvigorire sono la coscienza e la consapevolezza di quanto accaduto ai nostri compatrioti italiani, reagendo con sdegno contro tutti coloro che hanno ingiustamente taciuto e continuano a tacere sull'accaduto” dichiara Fabio Petruzzella, altro Consigliere di Dipartimento della facoltà di Giurisprudenza di Azione Universitaria. “Iniziamo a chiederci perchè in passato lo Stato, la politica nazionale, i libri di storia, si sono macchiati della colpa di aver completamente cancellato il ricordo ed ogni riferimento a chi è stato trucidato per il solo motivo di essere italiano o contro il regime comunista di Tito”, aggiunge.

Si spera che il messaggio che questi ragazzi vogliono lanciare, sia recepito da tutti, dai giovani, ma soprattutto dalle istituzioni, che sono le uniche che hanno il concreto potere di rendere vivo il ricordo fra le generazione vicine e lontane, presenti e future. “I totalitarismi non hanno colore politico, non ne esistono di serie A e di serie B” – conclude con decisione Harry Nacucchi, altro consigliere di dipartimento di Azione Universitaria Giurisprudenza – Il ricordo per le vittime italiane morte per il semplice fatto di essere nate della nazionalità "sbagliata" deve rimanere vivo nel ricordo, sempre che lo Stato italiano desideri continuare ad essere ritenuto civile, e non una Nazione oscurantista nei confronti delle tragedie che colpiscono i propri cittadini".

lunedì 11 Febbraio 2013

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti