Cultura

Debutta Ellesette

Caterina Rinaldo
Novità editoriale al Politecnico di Bari
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"Chi è il più vuoto del reame?" è il titolo del saggio introduttivo firmato da Silvia Sivo e Daniela Mancini, che inaugura la rivista d'architettura Ellesette con l'evidente intenzione di invocare il senso di smarrimento provato nella città contemporanea in presenza di spazi indefiniti e realtà urbane marginali. L'immagine provocatoria di una Biancaneve che si risveglia nel contesto disorientante del sottoviadotto F.A.L. di corso Italia, allude al tema portante affrontato nella rivista, giunta al suo terzo debutto nel Politecnico di Bari: ovvero quello dei vuoti urbani residuali. Si era già detto come la periurbanità potesse essere considerata una risorsa per la crescita della città. In realtà esistono altri luoghi che possono diventare ugualmente virtuosi. Si tratta degli spazi privi di una specifica connotazione, sia perchè risultanti da demolizioni, sia perchè residuali rispetto una struttura precedentemente realizzata. Luoghi in cui si può trovare un alternativa rispetto alla riappropriazione casuale e disordinata dei parcheggi improvvisati, degli spazi dedicati a rifugi della povertà o a scarti della città. Luoghi senza una precisa definizione, ma da cui potrebbe essere interessante ripartire.

Quali sono i mutamenti della città contemporanea e come cambia la professione di architetto? Una risposta provano a darla studenti e giovani professionisti di ingegneria e architettura, che hanno costituito una redazione giornalistica chiamata "Ellesette", per dare vita ad una rivista all'interno del Politecnico di Bari. Tema dell'ambizioso progetto è "Architettura Zero", allusivo alla scarsità di risorse che investe il tempo della crisi, secondo cinque chiavi provocatorie: volume zero, budget zero, tempo zero, tecnologia zero e chilometri zero. L'intento è quello di animare il dibattito nelle facoltà di ingegneria e archiettura, anche attraverso attività di laboratorio e di ricerca sul campo. "Questa rivista è il primo strumento di ricerca operativo per indagare la città – dice Rossella Ferorelli, direttore responsabile della testata – l'intento è quello di inaugurare uno scenario culturale diverso, coinvolgendo in primo luogo il Politecnico di Bari". Per questa ragione l'uscita di questo numero è stata fatta precedere da un workshop di quattro giorni, tenutosi a maggio del 2011, dal tema "Architettura 0", i cui risultati sono stati inseriti all'interno della pubblicazione. Oggetto del workshop, frequentato da gruppi di studenti, gli spazi vuoti o residuali da riqualificare e recuperare in relazione al contesto in cui giacciono. Tra questi vi sono il già citato sottoviadotto F.A.L di corso Italia (Nicola Baldassarre, Nicoletta Faccitondo, Francesco Gagliardi, Marica Labbate – Maria Angela Bruno, Francesca Guadalupi, Carmela Maggio, Ciro Parisi), lungo cui si sviluppano situazioni diverse che confluiscono nella grande complessità urbana: la presenza di una chiesa, di auto parcheggiate, di un cinema, di un sottopassaggio, della fermata dell'autobus, della ferrovia e della stazione centrale. Tutte realtà situate al di sotto e nei pressi del viadotto e che per questa ragione cambiano, a differenza dell'infrastruttura che invece non subisce modificazioni. Un altro luogo è  piazza Diaz (Luigi Angelo Recchia, Giuseppe Resta, Renè Soleti, Margherita Valente) in cui l'intento è di mirare alla eliminazione utopica delle ringhiere del lungomare per consentire la riapropriazione e l'utilizzo del tratto di mare che separa la battigia dai frangiflutti (evocativo di certe soluzioni "radicali" degli anni sessanta, miranti all'annullamento dei confini tra due punti differenti). Questa operazione prevede anche il riempimento della sede stradale con sabbia e l'installazione di barche da pesca. Il tutto per restituire al cittadino questa parte di città. Ed è la volta dell'angolo tra via Amendola e via Cirillo (Anna Caterina Angione, Alessndro Benedetto, Alfonso Luis De Leonardis, Emanuele Rosiello). Anche in questo caso vuoti urbani e locali commerciali in disuso dominano la scena urbana. La soluzione prospettata è quella di lasciare l'area vuota, di non vincolarla ad un'architettura precostituita, ma finalizzarla all'utilizzo pubblicitario che potrebbe sovvenzionare l'intero sistema. Un'altra area di interesse è il sottoponte XX Settembre (Andrea Colangiuli, Silvia Laterza, Giuseppe Miccoli, Francesco Vurchio), in cui si cercano di attuare momenti di aggregazione sociale, installando delle panchine realizzate con materiale di recupero, da spostare a piacimento, che assumono di volta in volta svariate funzioni: sedute, tavoli o vere e proprie sculture. Largo Principessa Iolanda (Valeria Castrignani, Giuseppe Graziani, Pasquale Rienzo, Gerardo Topputo) è un altro parcheggio a cielo aperto, "che appartiene a due sistemi urbani: quello infrastrutturale di mobilità pendolare intra ed extra urbana e quello del quartiere di San Pasquale con cui intesse rapporti intrisi di criticità". La soluzione consiste in una piastra declinabile in un sistema di elementi fissi, da legare con i piani terra degli edifici di cui diventa estensione. Massima libertà di espressione, sperimentazioni e qualche provocazione sono gli ingredienti di questo primo numero di "Ellesette" (in realtà il terzo pubblicato dopo un periodo di interruzione) che contempla anche un dibattito conclusivo finale e un intervista all'architetto Marco Navarra.

"Quello che vogliamo fare è creare, oltre un'attività editoriale, una comunità critica su temi che investono la città – dice Silvia Sivo, della Redazione di Ellesette – Abbiamo ripreso le redini  di un'iniziativa di qualche anno fa (intrapresa fra gli altri dall'architetto Alessandro Cariello n.d.r.) e aggiunto delle attività pratiche come dei workshop, cercando nuovi modi di guardare gli spazi, innescando delle dinamiche di trasformazione urbana". Alla presentazione sono intervenuti anche il prorettore vicario prof. Francesco Selicato e il prorettore associato prof. Nicola Martinelli oltre all'architetto Arturo Cucciolla.

sabato 31 Marzo 2012

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