Cultura

Poco budget e pochi spettatori: la crisi del cinema italiano

Valentina Loporchio
Nel 2012 incassi al botteghino in caduta libera
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Tra gli appuntamenti della terza edizione del Bif&st, un convegno di esperti in materia alla Camera di Commercio ha fatto il punto della situazione del cinema italiano sia da un punto di vista artistico-culturale che economico.

Il quadro che è emerso è piuttosto contraddittorio: pochi fondi statali, ma allo stesso tempo un’inversione di tendenza verso lavori di qualità. Eppure, dai dati Cinetel, i primi mesi del 2012 segnano un trend negativo rispetto a 2010 e 2011 per numero di spettatori. Nel 2010 sono stati 120 milioni, con un incasso complessivo di 735 milioni di euro; nel 2011 si è scesi a 111 milioni di spettatori con incassi di 662 milioni, con un calo dell’8%; a gennaio di quest’anno il calo è stato del 31% e a febbraio del 19%. Dati giustificati sì dai consumi ridotti degli italiani, per la crisi, ma anche perché, secondo gli ‘addetti ai lavori’, non c’è stato ancora un film di particolare successo di botteghino come ‘Avatar’ (2010) o ‘Che bella giornata’ (2011).

Si assiste inoltre al proliferare di multisala realizzati “solo per meri interessi immobiliari”, come ha dichiarato Paolo Protti, presidente dell’Agis (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo). Una crisi del settore, dunque, colpito non solo da quella economica e dalla pirateria – “vero e proprio flagello, sostenuta da una non meglio precisata difesa della libertà di espressione”, sostiene Riccardo Tozzi, presidente Anica -, ma che rischia di colpire anche lo stesso sistema televisivo, pubblico e privato, che trae sostentamento anche dai film e dalle fiction. Che, neanche a dirlo, sono anch’esse in crisi.

A salutare i lavori del convegno, il presidente della Regione Nichi Vendola, il quale, nel ribadire che in Puglia vi è un’effervescenza economica in quei settori di maggiore promozione, afferma: “Un Paese come l’Italia ha nel cinema la propria coscienza; non saremmo qui senza capolavori del dopoguerra come Ladri di Biciclette”. A causa di altri impegni in agenda Vendola ha lasciato la sala, perdendo però l’occasione al confronto con quanti tra produttori, distributori e registi presenti in sala, chiedono l’intervento dello Stato per promuovere e sviluppare quelle produzioni di reale sostanza culturale e non solo, come scrive Bruno Torri, presidente Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, “la serialità, l’uniformità, la superficialità che caratterizzano la maggior parte dei film nazionali, che per le vigenti norme legislative ottengono dallo Stato più sostegno e più soldi”.

venerdì 30 Marzo 2012

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