Attualità

Piccole e medie imprese: il motore in affanno dell’economia italiana

Claudia Bruno
A Bari gli Stati Generali Confapi, per discutere di industria e sviluppo
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Dopo gli appuntamenti di Milano e Perugia, sbarcano a Bari gli Stati Generali Confapi, Confederazione Nazionale delle Piccole Industrie: un momento di riflessione e dibattito per fare il punto sulla situazione economica italiana e sul ruolo giocato dalle piccole imprese, sempre più in difficoltà di fronte all’allargarsi del mercato e della concorrenza a livello mondiale.
“Le piccole e medie imprese”, afferma Vincenzo Divella, Presidente della Provincia di Bari, “sono minacciate da una concorrenza sempre più aspra che le schiaccia. Tre le parole chiave che possono permettere un’effettiva rinascita: ricerca, innovazione ed internazionalizzazione”.
Paolo Galassi, Presidente Confapi, mette in luce con chiarezza i problemi con cui devono confrontarsi le piccole e medie imprese che, rappresentando il 98% dell’economia del nostro Paese, “costituiscono la vera ossatura del Sistema Italia”. Un sistema messo sempre più in crisi dalla globalizzazione, dalla presenza massiccia delle multinazionali e, spesso, dall’incapacità degli imprenditori locali di stare al passo con lo sviluppo del mercato. “I nostri imprenditori”, continua Galassi, “non sono abbastanza formati per competere nella nuova realtà globale: ben l’82% è completamente ‘analfabeta’ nel campo delle nuove tecnologie e delle lingue straniere.

È evidente che bisogna investire sulla formazione e sulla cultura per incrementare la competitività”.
Ad analizzare con lucidità i gravi problemi dell’economia italiana interviene Massimo Lo Cicero, Docente dell’Università di Tor Vergata di Roma, che non esita a definire gli imprenditori italiani “piccoli e rissosi, incapaci di competere a livello mondiale”. Di fronte ad una moneta troppo forte che ci penalizza, ad un mercato finanziario ed una situazione politica sempre più instabili, le industrie devono trovare la capacità di rinnovarsi, di investire sulla ricerca e di rendersi competitive.
“La flessibilità, criticata anche da Benedetto XVI come fattore di instabilità sociale”, afferma ancora Lo Cicero, “è diventata ormai necessaria per fluidificare un sistema
sempre più statico: bisogna cercare di applicarla tutelando, allo stesso tempo, i diritti di chi lavora”.
Al dibattito hanno preso parte anche gli Europarlamentari Adriana Poli Bortone e Marcello Vernola, il Presidente dell’Api Bari, Erasmo Antro, e Francesco Boccia, Capo del Dipartimento per lo Sviluppo delle Economie Territoriali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che evidenzia, in particolare, la difficile situazione economica del Sud, quasi completamente privo di grandi aziende capaci di competere a livello nazionale.

I risultati emersi dagli Stati Generali confluiranno nel “Libro Bianco della piccola e media impresa italiana”, raccolta di progetti e proposte che verrà presentata nella primavera del 2008, in occasione dell’assemblea generale di Confapi a Roma.

sabato 20 Ottobre 2007

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