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Agrilevante: istituzioni a confronto sui marchi

La Redazione
Oltre il campo è necessario certificare i prodotti
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Sui mercati è sempre più forte la richiesta di prodotti agroalimentari di qualità certa. Le stesse società della distribuzione organizzata e della commercializzazione, per rispondere alle aspettative salutistiche dei consumatori, esprimono esigenze pressanti in merito all’organizzazione dell’offerta, alla rintracciabilità dell’origine di ogni prodotto e alla valorizzazione della qualità anche con significative politiche di marca.
Con queste consapevolezze esplicitate dal presidente della Fiera Cosimo Lacirignola, Agrilevante ha ospitato tra le sue manifestazioni il convegno di studio che l’Assessorato alle risorse agricole della Regione Puglia e l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari hanno organizzato nel quadro del “Programma comunitario Interreg III Italia–Albania”, dedicandolo alle filiere dei prodotti biologici e ai problemi fatti registrare dai mercati internazionali ai quali guardano con interesse le aziende del Mezzogiorno agricolo.
Secondo il presidente Lacirignola, questo stato di esigenze, rese peraltro ineludibili dalla normativa che recepisce i regolamenti comunitari in fatto di salubrità degli alimenti, vincola le imprese agricole a raccogliere la sfida che, originata dai consumatori e sollevata dai mercati, va vinta sulla via della qualità intesa come salubrità degli agroalimenti e degli ambienti in cui si producono.
Con questa impostazione il convegno è stato ricco di indicazioni finalizzate alla promozione della maggiore affermazione sui mercati soprattutto esteri dei prodotti di qualità certificata, a cominciare dal vino, dall’olio di oliva e dalle erbe officinali. Significativi sono stati, al riguardo, i contributi di Luigi Trotta e di Antonio Guario dell’Assessorato regionale alle risorse agroalimentari di Puglia, di Damiano Petruzzella dello IAM, di Irfan Tarelli del Ministero Agricoltura di Tirana, di Gaetano Paparella e di Cristina Baia dell’ICEA e di Flavia Mondatore di Ecomad.

Tutti sono stati tra l’altro concordi nel sostenere che la risposta dell’azienda agricola alle esigenze espresse dai mercati, dai consumatori, dalle autorità di controllo può e deve essere la sua adesione al “Sistema di controllo della gestione integrata della qualità del prodotto biologico”.
Secondo i rappresentanti dell’Istituto Agronomico Mediterraneo questo strumento d’intervento è stato concepito in aderenza al “Programma comunitario Interreg III A Italia-Albania” e nel rispetto di quei regolamenti comunitari di riferimento all’agricoltura biologica, alla igienicità, alla salubrità e alla sicurezza agroalimentare che sono stati recepiti dalla normativa vigente nel nostro Paese.
Ai vantaggi comportati per le aziende biologiche dal suddetto sistema di controllo, da precedersi con servizi di certificazione di qualità da parte di enti terzi autorizzati, si è riferito Gaetano Paparella quando si è detto certo che dall’adesione discenderà per l’impresa il miglioramento dell’efficienza e della gestione dei sistemi produttivi e commerciali dell’offerta organizzata dei prodotti.
“Per i mercati – ha aggiunto – non basta produrre qualità. Questa va anche garantita in modo ufficiale perché sia credibile e condivisa”.

sabato 20 Ottobre 2007

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