Politica

Angeletti in Fiera: “Il Sud è centrale per far ripartire il Paese”

Francesco Petruzzelli
Il vicepremier Massimo D'Alema: "Puglia non perdere le occasioni"
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Conversazione di settembre. Questo potrebbe essere il titolo dell’ennesima volta in cui politici, sindacati e addetti ai lavori affrontano l’annoso e ormai atavico problema della questione del Mezzogiorno, o meglio Meridionale, come si diceva nel lontano 1861, all’indomani della Unificazione d’Italia. Anche alla Fiera del Levante di Bari non poteva mancare questo consueto dibattito, che si ripresenta puntualmente in grandi appuntamenti istituzionali, attesi e affollati più per i big della politica che non per i temi trattatati.

E se il problema Mezzogiorno spunta ogni anno su qualche pagina di giornale, vuol dire che non è stato ancora risolto. A conferma di ciò anche le parole del segretario generale della Uil, Luigi Angeletti giunto nel capoluogo pugliese per il convegno “Mezzogiorno: investire si può”.
Mette subito in chiaro che nel dibattito politico e nei media il problema Sud emerge solo con immagini negative e distruttive. “Il Paese non potrà uscire dalle sue difficoltà se la corsa non ricomincia dal Mezzogiorno. Non è una scelta politica, ma la ragione delle cose”, dichiara con forza il leader Uil che su un punto non transige repliche: “Quando c’è stato un tasso buono di crescita del Sud, è stato buono anche per l’Italia. E quando è stato negativo, lo è stato anche per l’intera nazione”.

Ma la giornata barese della Uil, in attesa dell’arrivo del vicepremier D’Alema, era iniziata con l’ascolto della Banda di Acquaviva delle Fonti, quasi ad anticipare che il sindacato le avrebbe suonate al rappresentante del Governo, giunto a “messa” ormai terminata, per altri impegni fieristici.

La Uil Puglia snocciola dati allarmanti sull’economia del Sud e della nostra regione: lavoro irregolare al 20% ( 9% quello del Nord ) con punte che sfiorano il 26% nel campo agricolo, 37% di aziende irregolari, 63% di carenza di infrastrutture ed un esercito di ben 270 mila giovani tra laureati e diplomati costretti a trasferirsi al Nord e a diventare manodopera a buon mercato.
La Uil ribadisce con forza anche la lotta alle mafie, alla criminalità organizzata e agli scempi ambientali ricordando gli ultimi incendi estivi che hanno devastato la regione in lungo ed in largo.

Non mancano accenni alla recente decisione di Confindustria Sicilia per l’espulsione degli imprenditori che pagano il pizzo e alle minacce subite dal giornalista palermitano Lirio Abbate.
Ma sui dati dell’economia pugliese Nichi Vendola continua a non digerire l’ultimo rapporto Bankitalia che delinea una regione ancora depressa. Il Governatore ricorda che in due anni del suo governo sono stati raggiunti risultati maggiori rispetto a quelli ottenuti nei 5 anni precedenti dalla giunta di centrodestra. “L’occupazione in Puglia è cresciuta del 2,8%, mentre quella dell’intero Sud solo dell’1,6% e dell’1,9% quella nazionale. Di questo 2,8% c’è il 100% di contratti a tempo indeterminato grazie alla legge regionale sul lavoro nero, sull’apprendistato e anche alla collaborazione della Uil”.

La causa di questa economia pugliese che stenta a decollare definitivamente, il sindaco di Bari, Michele Emiliano, la ricerca nelle caratteristiche dell’imprenditoria pugliese: “Gli imprenditori pugliesi sono stati straordinari, ma ora sono timidi. Bisogna lanciare l’amo del coraggio e spesso c’è un pizzico di sospetto quando c’è crescita; si pensa ad inciuci capitalistici”. Per quanto riguarda la crescita della città, il primo cittadino ricorda la grande opportunità data dal Governo nello scegliere Bari per il vertice Italo-Russo di marzo ed elenca tutti gli interventi strutturali realizzati o in via di realizzazione, tra cui la riapertura, il 6 dicembre 2008, del Teatro Petruzzelli.

Il ministro D’Alema ribadisce che il suo intervento sarà non da politico ma da uomo del Sud, da uomo pugliese. E per la sua Puglia lancia la sfida affinché non perda l’occasione per gli ultimi fondi europei, sempre più esigui a causa dell’Europa a 27. E in tema di occasioni non lesina critiche per la gestione e valorizzazione dell’Acquedotto Pugliese e dei tanti bravi e capaci ragazzi del sud costretti ad emigrare al nord. Il vicepremier appare più combattivo quando ricorda il fallimento dei 5 anni di “cura Berlusconi”, periodo in cui i fondi alle regioni sono stati sensibilmente ridotti con conseguenti tagli in materia di infrastrutture e sicurezza.

martedì 11 Settembre 2007

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