Perché le altre città percorrono strade diverse e Napoli intraprende un percorso ciclico? Basta un nulla per portarla all’euforia e poi cade nella criminalità. Demarco,direttore del Corriere del mezzogiorno presenta così il suo primo libro L’altra metà della storia. Spunti e riflessioni su Napoli da Lauro a Bassolino edito da Guida.
E’ di Napoli a partire dal 1943. Un percorso storico segnato da una tradizione monarchica radicata, che deve fare i conti con la Repubblica, un concetto eccitante e che spaventa allo stesso tempo, che incornicia il nuovo quadro storico. E ancora le Quattro giornate di Napoli con l’uccisione di alcuni monarchici che volevano eliminare un simbolo, la bandiera tricolore. Evento oramai dimenticato e giustificato dagli intellettuali del tempo, oggi parificato alla strage di Porta delle Ginestre. Il commento finale è di differente portata. La politica di Lauro e Bassolino, sindaci accentratori, decisionisti che diventano una leggenda. Rimandano ad un paradigma più antico, commenta Francesco Fistetti, il borbonismo originario, il doncarlismo. Bassolino non riesce ad avere un rapporto franco con la stampa. L’opera del Corriere è quella di un giornalismo liberativo, chiarificativo che sveli una democrazia partecipativa della politica del tempo. L’autore, sottolinea Francesco Fiorentino, cerca le motivazioni del malessere della bella Napoli, è un obiettivo ambizioso.
Felice Blasi evidenzia il lavoro composito e polifonico di Demarco che unisce diversi registri compositivi. Si sofferma sulla figura dell’intellettuale inteso come consulente del marketing politico, sulla mancanza di rapporti con la sfera pubblica da parte di Bassolino. Il soggetto politico senza soggetti. E infine il ruolo berlusconiano di Lauro, la costruzione scrupolosa dell’immagine.
La sinistra continua a vivere a Napoli grazie ad un equilibro ciclico, autoreferenziale che va bene a tutti, conclude Demarco, e nessuno cerca il dissenso.