Attualità

Gaetano Marchitelli e i martiri di serie B

La Redazione
La lettera del Sindaco dopo lo sfogo di Francesca, la mamma del ragazzo ammazzato il 2 ottobre 2003
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“Carissimi Francesca e Vito,
sento il dovere morale di scusarmi, come primo cittadino, per quanto è accaduto ieri durante i lavori del convegno tenutosi presso il liceo E. Fermi.
Pur non avendone alcuna responsabilità, atteso che ero stato solo invitato a partecipare all’evento al pari degli altri relatori,
ho sentito il vostro stesso dolore per qualcosa che non si sarebbe dovuto verificare e che,  vi prometto,  almeno fino a quando io sarò Sindaco di Bari, non dovrà più accadere.
Da cittadino, prima ancora che da magistrato o sindaco, provo sdegno, incredulità e rabbia ogni volta che penso all’ingiustizia che avete subito voi con la morte di Gaetano,  ma che ha segnato tristemente anche l’intera città, così bella e generosa, eppure troppe volte umiliata ad opera di gente senza scrupoli che persegue solo il proprio interesse, calpestando i diritti, la libertà e la dignità delle persone oneste.
Il senso di Giustizia impone di guardare a tutti i figli di questa città con la stessa intensità e sentimento. Pertanto, la morte di Gaetano e quella di Michele, poco più che bambini eppure già responsabili, tanto da sottrarre tempo ai divertimenti della loro giovane età per lavorare e porgere così una mano di aiuto alle loro famiglie, pesano nel mio cuore alla stessa maniera: ed è proprio pensando alle loro giovani vite spezzate che continuerò a battermi affinché i ragazzi, che sono il futuro di questa città, capiscano e facciano propri principi quali l’uguaglianza, l’onestà, l’attaccamento alla famiglia, la voglia di lavorare.
Carissimi, come forse avrete già saputo, il prossimo 21 marzo 2008 la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie si terrà a Bari. Vorrei chiedervi sin da ora di sostenerci nell’organizzazione di questo storico evento che servirà a mantenere ancor più viva la memoria di Gaetano, di Michele e di Maria Colangiuli, anch’ella vittima innocente e per troppe volte dimenticata.
Vorrei anche comunicarvi un’idea che accarezzo già da qualche mese:  poichè ritengo che questa Amministrazione abbia il dovere morale di lasciare  segni concreti alle future generazioni, vorrei che la Città ospitasse  un monumento a ricordo di Gaetano. Se sarete d’accordo, ci metteremo subito al lavoro, insieme, per realizzare questa idea il prima possibile”.

Michele Emiliano

Incontro Francesca, la mamma di Gaetano, ogni tanto dal medico: è una donna bruna, vigorosa, sempre assediata dalla tosse e dai dolori alle mani. A quella tosse profonda c’è una spiegazione: le decine di sigarette che fuma per non pensare, per soffocare il dolore per la perdita di un figlio. Quella sera del 2 ottobre rientravo a casa dopo un giro in centro con gli amici, una telefonata allarmata della mamma della mia amica ci avvertiva di una sparatoria "quasi in piazza, vicino alla pizzeria" e ci chiedeva di rientrare presto a casa. Un lenzuolo bianco e per terra, su quella strada bloccata e pullulante di Polizia, il sangue di Gaetano e i bossoli che lui si è preso al posto di altri. Il resto della storia la conoscete tutti, ma ogni volta che ho incrociato lo sguardo di Francesca io  ho letto la rabbia, l’impotenza di chi è lasciato solo dal resto del mondo: sarà forse per quella macchia, per quel fratello di Gaetano che nella trappola dei guadagni facili e dell’ossequio ai clan è caduto testa e piedi? O nel fatto che passeggiando tra i vicoli di Carbonara e Ceglie Francesca può incontrare i parenti degli assassini di suo figlio e i presunti destinatari dei proiettili?  Francesca e il marito Vito dove possono trovare la forza per lottare contro la criminalità che Lella e Pinuccio Fazio ogni giorno, in ogni istante della giornata, riescono ad esprimere, quando basta loro mettere il naso fuori casa per vedere quanto nulla sia cambiato, nonostante gli arresti, l’operazione Eclissi, i ritrovamenti di droga a Carbonara?

Fatevi un giro della Piazza di Carbonara e capirete perchè Francesca è sola nella lotta al ricordo di quel figlio che ha avuto anche la tomba devastata: Caro Sindaco, le è arrivato un altro urlo di dolore, sappiamo bene che ne ha ascoltati tanti, ma per smuovere molte coscienze sonnacchiose e spesso impegnate a girare la testa dall’altra parte, non serve un monumento ai caduti ma piccole e quotidiane azioni di legalità. Servono esempi da seguire e non ce ne sono. Caro Sindaco, cosa possiamo fare?

a.a.

 

sabato 19 Maggio 2007

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