Attualità

Vivo di spettacolo: identikit di un sistema

Mariangela Del Vecchio
Presentati in conferenza stampa i risultati della prima indagine sul sistema spettacolo pugliese
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Nato nell’alveo dell’iniziativa comunitaria Equal, finalizzata all’annientamento delle forme di discriminazione nel mondo del lavoro, il progetto Vivo di spettacolo, scaturito dall’esigenza di dotarsi di uno strumento scientifico per  conoscere e intervenire sulle storture e le esigenze del sistema spettacolo pugliese, ha partorito, dopo un percorso di studio che ha coinvolto circa 70 professionisti per un periodo di 18 mesi,  i primi importanti risultati dell’indagine sulle dinamiche caratterizzanti il settore dello spettacolo dal vivo, in parte già illustrate durante il convegno tenutosi il 17 maggio 2006.

Il progetto, di cui capofila è il consorzio Teatro Pubblico Pugliese, accompagnato da sei prestigiosi partner quali l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, la Fondazione Accademia d’arti e mestieri dello Spettacolo Teatro alla Scala, la Fondazione Accademia Verdi Toscanini, il Conservatorio Statale di Musica “U.Giordano”m l’AGIS, il Consorzio  di Cooperative Sociali Eipendu,  ha consentito di scattare una vera e propria fotografia del settore spettacolo pugliese, muovendo, dopo le operazioni di mappatura, identificazione e quantificazione delle ben 2154 realtà artistiche della regione, nonché delle figure professionali esistenti, verso l’analisi quantitativa e qualitativa, condotta con l’ausilio di interviste e focus group, di temi quali il lavoro, la formazione e il rapporto tra domanda e offerta che caratterizza il settore allo scopo di rilevare punti di forza e criticità e di intervenire in modo più razionale e produttivo sia a livello politico che a livello organizzativo.
“Un primo importante risultato generato dalla ricerca”, ha sottolineato Nadia Masini, coordinatrice  del progetto, “consiste nell’aver attivato un dialogo con tutte le realtà della Puglia e con gli operatori del settore: questo ha garantito non soltanto l’efficace raccolta dei dati ma l’emergere, da parte degli operatori, di vere e proprie proposte creative e  di modelli di cooperazione”.

Purtroppo, accanto a questo aspetto relazionale positivo, l’indagine ha reso visibile, come evidenziato da Marco Barbieri, assessore regionale al Lavoro e alla Formazione Professionale, il legame esistente tra “creatività e miseria”: il settore, infatti, è caratterizzato da una radicata frammentazione produttiva che genera, inevitabilmente, precarietà, dimostrata, ad esempio, dalla forme contrattuali più diffuse.
 “Questi dati, naturalmente”, ha incalzato Barbieri, “devono indurre alla promozione di una politica di sviluppo organico e integrato che possa rafforzare il sistema”: tuttavia, ha ammesso l’assessore, “ogni intervento è reso difficile dalla presenza di figure professionali, ibride o ancora ignote, per le quali non esiste un mercato di riferimento”.

In effetti, ha aggiunto Silvia Godelli, assessore regionale al Mediterraneo, “ non esiste ancora una corrispondenza tra domanda e offerta che consenta ai professionisti dello spettacolo di trovare una reale collocazione”. A questo problema, che dischiude, naturalmente, ulteriori interrogativi riguardanti le possibilità di allargamento del pubblico e di creazione di spazi idonei a  tale scopo, si aggiunge quello della carenza in Puglia di figure nelle aree dell’ingegneria dello spettacolo e della gestione, ancora oggi prive di un percorso formativo  specifico a dispetto dell’importanza rivestita ai fini della fase progettuale e promozionale degli spettacoli.
Numerosi sono  i nodi da sciogliere e le contraddizioni ancora irrisolte: tuttavia,  un primo passo nella ricerca di una soluzione è la conoscenza.

mercoledì 4 Aprile 2007

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