Attualità

Il mix tra pubblico e privato nel sociale

Marilina Miacola
L'esperienza della cooperativa sociale Esedra di Triggiano è un ottimo esempio
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Il privato sociale sta prendendo progressivamente piede non solo dal punto di vista normativo, ma soprattutto operativo. Il mutamento prodotto dalle dinamiche socio-economiche in atto ha determinato la crescita del terzo settore nella produzione di beni (meritori) e servizi. La crisi economica e il decentramento amministrativo, che vede il trasferimento delle competenze ad organi periferici, hanno aperto da tempo le porte al privato sociale che collabora in convenzione con il pubblico nella gestione dei servizi sociali assicurando economicità dei costi. Con l’apporto del terzo settore l’ente pubblico è sollevato da vari oneri cui deve adempiere in maniera sempre più difficoltosa, considerati i continui tagli alla spesa sociale.

Nasce così il welfare mix: il nuovo mercato dei servizi che vede la mescolanza tra pubblico e privato secondo il concetto tanto ribadito di network, cioè della rete dei servizi in richiamo alla legge n. 328/2000 sul sistema integrato dei servizi sociali ed alla corrispettiva legge regionale n 19/2006.
Il terzo settore comprende tutte quelle forme di solidarietà organizzata, quali associazioni di volontariato (l. 266/91), enti di promozione sociale, fondazioni e cooperative sociali (l. 381/91). Rappresenta il cosiddetto privato sociale, alleato insostituibile dell’assistente sociale nel nuovo assetto operativo organizzativo dei servizi sociali.

Rispetto all’assistente sociale specifico il terzo settore rappresenta una fonte di capitale sociale, nonché di risorse cui attingere per sviluppare relazioni che contrastino l’esclusione. Raffigura oggi una risposta immediata alla richiesta di aiuto dell’utente e nel rispetto del principio di sussidiarietà orizzontale. In particolare, le cooperative sociali coadiuvano il lavoro dell’assistente sociale attraverso la gestione dei servizi socio-educativi (cooperative di tipo A) o sono finalizzate all’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati (cooperative sociali di tipo B). Ma il terzo settore ha assunto importanza anche nella progettazione dei piani di zona e in particolare nella partecipazione ai tavoli di concertazione in cui le cooperative sociali diventano interlocutori indispensabili per la loro stesura.

Oggi il privato sociale è una nuova forma di imprenditoria, laddove nella valutazione dei profili professionali si richiedono capacità oltre che umano-relazionali, anche gestionali nonché di marketing e management sociale. La stessa legge regionale n. 19 fa riferimento alla “rilevanza sociale ed economica del terzo settore”, delineando all’art. 55 le modalità di partecipazione del privato al pubblico e valorizzando l’apporto progettuale attraverso il sistema gare d’appalto-concorsi e gli elementi di conoscenza del territorio.
Ma come opera concretamente una cooperativa sociale? Lo spiegano Antonio Ressa, presidente della cooperativa “Esedra” di Triggiano, e Vito Del Medico, responsabile amministrativo e coordinatore della struttura, attraverso la cronistoria della cooperativa.

“Nel 1982”, dice Ressa, “nasce nella vicina periferia barese, a Triggiano, la cooperativa Esedra. Inizialmente, era una cooperativa di produzione e lavoro, poiché non esisteva ancora una legge che regolamentasse le cooperative sociali. Con la legge 381/91 diventa cooperativa sociale di tipo A. Nel 1989, invece, nasce una comunità educativa che ospita 6 minori e nel ‘92 viene istituito il servizio home-maker in convenzione con il Comune di Bari, che inizia seguendo un nucleo disagiato di Triggiano”.

“Con la l. 309/90”, afferma Del Medico, “sono stati organizzati dei laboratori finalizzati alla sensibilizzazione e all’aggregazione di minori. E grazie ai fondi della l. 216 nasce nel ‘97 un centro sociale con 40 minori. Ma, scaduti i fondi della 216, il servizio si è ridotto a 25 minori. Nel 2000-2001 con la l. 285/97 il servizio home-maker viene esteso ai comuni di Triggiano, Noicattaro, Valenzano, Cellamare, Capurso, Putignano e Gravina. Contemporaneamente su Triggiano e Noicattaro è attivato il servizio di assistenza domiciliare agli anziani attraverso l’impiego di ex lavoratori socialmente utili. Nel maggio 2006 con il contributo della fondazione Umana-Mente e in convenzione con il Ministero di Giustizia nasce la comunità educativa per minori, Un senso, con sede a Noicattaro”.

Attualmente all’interno dell’Esedra lavorano 40 dipendenti e 40 collaboratori. La cooperativa cura anche l’aggiornamento professionale degli home-maker ed è sicuramente in costante crescita grazie all’impegno, professionalità ed esperienza dei suoi soci.

sabato 24 Marzo 2007

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