Cultura

Lo sviluppo industriale parte dall’università

Claudia Bruno
L'esperienza di Ferrara come modello di collaborazione università-impresa
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L’università italiana come motore dello sviluppo del territorio. Questo il tema del convegno “L’università, le imprese, l’innovazione: l’esperienza di Ferrara e i possibili insegnamenti per la Puglia”, tenutosi stamane, nell’Aula Magna dell’Ateneo di Bari. L’incontro, organizzato dall’ARTI, Agenzia regionale per la Tecnologia e l’Innovazione, ha visto la partecipazione di Patrizio Bianchi, Rettore dell’Università di Ferrara, Corrado Petrocelli, Rettore dell’Università degli Studi di Bari,  Gianfranco Viesti, presidente dell’ARTI, e Laura Ramacciotti, responsabile dell’Industrial Liaison Office dell’Università di Ferrara.
A Petrocelli e Viesti il compito di introdurre i lavori, illustrando le trasformazioni che sta vivendo l’università italiana oggi, e i progetti strategici che la vedono al fianco delle grandi imprese. «L’innovazione è un processo collettivo – sostiene Viesti – bisogna sviluppare un linguaggio comune e collaborazioni fra mondo accademico e imprese. Nella nostra università ci sono aree di eccellenza, ma bisogna fare di più».

L’Università di Ferrara offre un esempio concreto di come l’università possa diventare un punto di riferimento per l’assetto territoriale e, pur rimanendo “orgogliosamente pubblica”, dare un incentivo forte alla nascita di piccole e medie imprese. Patrizio Bianchi racconta questa esperienza positiva, che ha visto una politica di promozione di spin-off, società sorte per dare ricaduta aziendale e produttiva a idee nate nel contesto della ricerca tecnologica universitaria.
«Una nuova scienza e una nuova industria si sviluppano dove c’è una nuova cultura: per questo bisogna innalzare l’offerta formativa delle università», spiega Bianchi. Sotto la sua direzione, appunto, è stata avviata una revisione dell’organizzazione interna dell’ateneo, con la realizzazione di organismi che sostengono la creazione di imprese e spinner (reti di spin-off) e favoriscono l’inserimento lavorativo dei laureati. Così, un ateneo di dimensioni ridotte come quello di Ferrara (17 dipartimenti a fronte dei 63 di Bari) è riuscito a diventare il secondo della regione per creazione di imprese innovative ad alto contenuto tecnico-scientifico.

A conclusione dell’incontro, la presentazione del libro “Creare valore all’università”, in cui Laura Ramacciotti spiega il mutamento dell’assetto industriale italiano e la parallela trasformazione dell’università. Ancora una volta si sottolinea il ruolo essenziale del dialogo fra università e imprese per avviare un processo efficace di sviluppo territoriale. 

venerdì 16 Febbraio 2007

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