Cultura

Un Filologo per l’Ateneo

Alessandra Colucci
Gli scandali da far dimenticare, la volontà di guidare l'Università non da solo ma con validi supporti, i conti da far quadrare: ecco chi è l'uomo che siede sulla poltrona più prestigiosa di piazza Um
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L’Intervista del Martedì è oggi in versione extralusso: il nuovo rettore dell’Ateneo risponde al fuoco di fila di Ale Colucci. Imperdibile.

Corrado Petrocelli guida l’Università di Bari, ufficialmente, da meno di due settimane. Da Statuto è entrato in possesso dei propri pieni poteri il primo novembre. Ha ancora qualche difficoltà a far combaciare gli impegni e l’agenda, e non lo nasconde. E’ un filologo, è stato Preside ed è il primo esponente della facoltà di Lettere ad arrivare in Rettorato. Un record che ha stupito persino il presidente Napolitano.

– Lei eredita un’Università che, in quattro anni, è stata investita da tre grossi scandali. E’ un’eredità pesante?
"Vorrei fare due premesse: la prima è che non giudico mai gli altri, ma solo me stesso dunque non esprimerò alcun giudizio sulla vicenda e la seconda è che la popolazione universitaria, personale docente e tecnico-amministrativo compresi, è superiore alle 70mila unità. Una città, insomma,. Esistono forse città dove non si registrano isole con comportamenti difformi dalla norma? Non credo. Dunque il mio impegno sarà teso a far sì che tutta l’attività dell’Università d’ora in poi avvenga nella piena trasparenza. Partiremo dalla definizione di regole condivise e ci doteremo presto di un nuovo statuto e di regolamenti presisi. Ci sarà un comitato che lavorerà in questo senso. Nel frattempo ho disposto che tutti i processi verbali degli Organi centrali e periferici siano messi in rete e siano, dunque, accessibili a tutti, previa osservanza della Legge sulla Privacy. Ritengo che questo sia un buon inizio. Questo Ateneo è una realtà di eccellenza, con professionalità e potenzialità che ci vengono invidiate e dobbiamo impegnarci molto in questo senso. L’Ateneo barese è la prima grande azienda di Puglia"

– Un’azienda, appunto. E dunque il Rettore è diventato un po’ manager, un po’ pr… Insomma, Lei ha un prodotto da vendere?
"Io sono un filologo classico. Ho la stessa laurea del Presidente Ciampi che ha dato garndi prove in campo politico ed economico. Sono consapevole dell’impegno serio che è guidare un’Università come questa e so bene di non poterlo fare in solitudine. Voglio condividere ogni scelta con la realtà universitaria e so che arriveranno consapevolezza e supporto. Naturalemnte abbiamo problemi di natura economica con i quali confrontarci. Questa Università è una tra le poche ad essere proprietaria di quasi tutte le strutture che utilizza. Questo fa sì che le lezioni non avvengano in realtà prese in affitto o addirittura nei cinema, come accade in altre città, ma certamente questo comporta costi di manutenzione non da poco. E’ uno sforzo economico non comprimibile ma nel contempo ho la necessità di migliorare i servizi, di renderli più efficaci, di sostenere la ricerca per far sì che questa avvenga nei laboratori, sono avversario delle Università telematiche. Dunque occorre conciliare tutti questi aspetti".

– Lei è un filologo. Come ci si trova a passare dai libri al Rettorato?
"Ci si trova male. In questo primo periodo soprattutto, ma penso di uscirne. La mia soluzione è delegare, se non si delegasse nessuno potrebbe fare il Rettore. Ho alle spalle l’esperienza di Preside della facoltà di Lettere, ma mi rendo conto che non è la stessa cosa. Per adesso mi sto abituando, anche se continuo a seguire i miei laureandi ed i miei dottorandi. In realtà vivo questo mio incarico come esprienza di servizio"

– Ha stabilito un piccolo record: è il primo esponente della facoltà di Lettere che diventa Rettore qui a Bari…
"Sì, è vero. Quando il presidente Napolitano è stato in visita a Bari, dopo le congratulazioni, mi ha chiesto se fossi un medico. Io ho risposto di no. Allora ha insistito, chiedendomi se fossi un ingegnere ed io nuovamente gli ho risposto di no. E allora lui ha chiesto se fossi un avvocato ed io ho risposto ancora di no, gli ho detto che sono un filologo e lui mi ha domandato come avessi fatto a diventare Rettore… Credo che il rettore appartenga all’Università, che la provenienza non conti. Il primo requisito di un buon Rettore è ascoltare le esigenze che vengono espresse"

– E’ papà di due figli. Se un giorno uno dei due esprimesse la volontà di fare l’artista, chessò il cantante, il musicista, come reagirebbe?
"Purché fosse convinto della propria scelta, non ci sarebbero problemi. Non si possono comprimere le vocazioni"

– Da ragazzo si è mai detto "un giorno sarò Rettore, un giorno tutto questo sarà mio"?
"Ma nemmeno per idea"

– Cosa direbbe ad una matricola che ha appena scelto questo Ateneo?
"Lo ringrazierei per la fiducia. Gli direi di vivere fino in fondo l’esperienza universitaria, di crescere e di sfruttare gli elementi positivi. Gli direi che questo non è un ufficio di collocamento ma, al tempo stesso, gli direi di vivere l’Università pienamente e correttamente, gli direi di guadagnarsi la laurea lavorando, faticando perché quelli che cercano scorciatoie sono solo una minoranza, che qui c’è gente che lavora seriamente. E gli direi di avere una coscienza critica, che è giusto che dica la sua, che esprima il suo pensiero"

– Cos’è oggi l’Università di Bari?
"Una grande potenzialità per la crescita della nostra regione in tutte le sue componenti"

 

A Corrado Petrocelli, barilive.it reitera gli auguri più affettuosi e convinti di buon lavoro.

martedì 14 Novembre 2006

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