Attualità

Differenziata porta a porta a Bari-Japigia: un déjà-vu

Antonella Ardito
In un progetto del 2004 già delineate le strategie di fondo, ma l'autore oggi, è stato "rinnegato" dall'Amiu
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In questi giorni i cittadini di Japigia sono chiamati a fare i conti con la raccolta differenziata porta a porta dei rifiuti: confusione e approvazione convivono nei palazzi dell’edilizia popolare e in quelli delle cooperative.

Dal 15 febbraio verranno raccolti i primi scarti nel lotto n.1, la zona compresa tra Via Caldarola, Via la Pira e la tangenziale e questo sarà il primo test per capire se la raccolta funziona e soprattutto se ha funzionato la campagna di comunicazione messa in atto dall’Achab Med, società con sede a Benevento ma che dipende dalla centrale di Padova.

Nel dicembre 2004 un gruppo di ragazzi baresi dopo un corso IFTS presso il centro Tecnopolis di Valenzano, aveva messo a punto, guidati dal prof. Roberto De Giorgi, un progetto per la raccolta differenziata porta a porta tarato (guarda un po’) sulla V Circoscrizione, dal costo complessivo di un milione e duecentomila euro.

Un lavoro lungo e certosino, con un’analisi dettagliata del territorio, dei costi di gestione del nuovo servizio e della progettazione di un centro ambiente dove poter conferire oli esausti e batterie d’auto, rifiuti difficilmente gestibili nel porta a porta.

Si iniziò chiedendo in circoscrizione i dati degli abitanti per arrivare alla redazione di un progetto che è praticamene uguale a quello messo in atto dalla società padovana.
Otto ragazzi del corso di formazione superiore di Tecnico per la gestione integrata dell’ambiente e sviluppo sostenibile vennero coinvolti in due stage distinti presso l’Achab Med e presso l’Amiu e quando venne presentato il progetto nel dicembre 2004 durante un convegno della cooperativa sociale Ecopolis sia il presidente dell’Amiu Savino che l’Assessore all’Ambiente Maugeri dimostrarono grande interesse per il lavoro e si riservarono di vagliare attentamente la proposta.

Al prof. De Giorgi arrivò poi la richiesta dell’Achab Med dei dati relativi al quartiere e costui chiese che anche i ragazzi del corso venissero presi in considerazione nell’attuazione del progetto: così non è stato.

Oggi il Prof. De Giorgi non nasconde la sua amarezza per come è stata gestita la faccenda e per il silenzio del Comune di Bari,  immemore quanto  la Achab del lavoro svolto dai ragazzi del corso IFTS: un progetto vicino al territorio. Poco costoso ed efficace, specie pensando al fatto che su nostra precisa richiesta di sapere quanto stia costando alla comunità il lavoro della Achab, il responsabile dell’Ufficio Stampa Amiu. Lorenzo Loconsole, ci ha testualmente risposto "qualunque cifra ti dicessi sarebbe poco attendibile".

Come trasparenza non c’è davvero male.

Restiamo in attesa di conoscere i risultati di questa prima fase della campagna "porta a porta" di Japigia: sperando di non ricevere risposte altrettanto evasive.

lunedì 13 Febbraio 2006

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