Attualità

Bari porta a porta: più che rifiuti è un rifiuto collettivo

Antonella Ardito
Per la riuscita del progetto serve la buona volontà dei cittadini: questo emerge dalle dichiarazioni congiunte del presidente dell'Amiu Savino e dalle assessore Maugeri e Capano.
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Nuove prospettive per Japigia: ieri, con due mesi di ritardo, è partita la distribuzione dei kit che a Japigia permetteranno la raccolta differenziata porta a porta.
L’Amiu Bari ha previsto la distribuzione negli stabili del quartiere di contenitori (marrone per l’umido, cioè il rifiuto da cucina, blu per la carta, grigio per il rifiuto non classificabile), che verranno liberati con cadenze diversificate ogni settimana.

Le undicimila famiglie e 800 esercizi pubblici verranno dotati di sacchetti gialli per la raccolta di plastica e lattine e di sacchetti marroni e grigi per dividere già da casa il rifiuto secco dall’umido.
L’intento è di diminuire il peso dei rifiuti prodotti ma soprattutto di mettere in atto una politica di differenziazione degli scarti che vede ancora Bari lontana dagli standard italiani: nelle città del nord Italia la raccolta porta a porta è una realtà consolidata, e lo stesso successo si spera per Japigia, in maniera tale da estendere questa politica in tutta la città.

La distribuzione dei Kit è iniziata nella tarda mattinata di ieri negli stabili delle cooperative di Via La Pira, vicino all’Ecopoli, monumento allo spreco della passata gestione Amiu, dopo un’accesa conferenza stampa presso il centro commerciale Mediterraneo, dove l’assessore all’Ambiente Maugeri con l’assessore alle Aziende Capano e il presidente dell’Amiu Savino, hanno illustrato alla stampa e ai cittadini l’iniziativa.
Molti cittadini hanno espresso notevole scetticismo per la raccolta porta a porta, ma Savino ha assicurato che i cassonetti non andranno subito via dalle strade del quartiere,  ma che tutto questo verrà fatto per rendere Japigia più pulita.

Il quartiere è stato diviso in quattro lotti e da qui a quindici giorni gli addetti dell’Amiu passeranno a ritirare i primi scarti differenziati nella zona compresa tra via La Pira e Via Caldarola.
Il 15 marzo verrà completata la distribuzione dei kit e entro il 31 marzo la raccolta differenziata dovrebbe essere a pieno regime: per sensibilizzare i cittadini saranno promosse serate pubbliche e punti informativi, oltre ad affissioni e brochure ideate dalla Cooperativa Erica e messe in atto dal AchabMed.

Ma dall’accoglienza destinata agli operatori dell’Amiu si intravedono molte difficoltà: i primi contenitori sono stati installati nelle cooperative di Via La Pira, ma sarà compito degli amministratori degli stabili dare informazioni e distribuire i kit famiglia per famiglia, visto che molti erano a lavoro.

Alla vista delle autorità dalle case dello IACP si sono levate le grida delle donne e degli uomini delle case popolari: il problema non è il contenitore nel recinto del condominio "che puzza e che fa schifo" ma l’abbandono più totale a cui gli abitanti sono lasciati.
Basta guardarsi attorno e ci si accorge di una desolazione acuita dal confronto sulla stessa strada di case per i poveri e per i benestanti, ma che in comune hanno le zanzare d’estate e le scorribande della mala giorno e notte, gli autobus inesistenti e i vapori della Fibronit a due passi.

Di sicuro non ha funzionato la campagna di informazione: i manifesti dai colori spenti e poco accattivanti non hanno destato l’attenzione dei baresi.
Forse è mancata la conoscenza del territorio (le aziende che hanno creato e implementato la campagna sono al nord, e hanno a che fare con un territorio già educato alla raccolta differenziata) e non hanno capito che per smuovere il territorio non basta prendere dei testimonial del luogo e farli diventare protagonisti.

Ma oltre a causa una campagna poco calibrata e anonima, questo progetto rischia di arenarsi su se stesso perché Japigia ha fame di servizi e di infrastrutture che gli tolgano il timbro di quartiere dormitorio, e agli occhi dei cittadini la raccolta differenziata sembra solo uno spreco di soldi ed energie da evitare.

Questo accade perché negli anni passati l’Amiu è stata una macchina tritura investimenti e che ha accumulato debiti su debiti e si ha l’impressione che questo andazzo non voglia frenarsi.

Cambiano i presidenti ma lo zoccolo duro di chi  evidentemente sente l’azienda pubblica solo come luogo di lavoro garantito permane, come permane una gestione del personale che non riesce ad eliminare i privilegi e gli imboscamenti originati dalle passate gestioni: Bari non è mai stata così sporca e il danno di immagine e di credibilità che ne sta ricevendo la giunta Emiliano è gravissimo, ma pare non preoccupare nessuno.

Ci si augura un’inversione di marcia reale e non fittizia, perché la distanza tra città ideale e reale diventa ogni giorno di più un abisso incolmabile.

venerdì 3 Febbraio 2006

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