Cultura

Una storia di odio e d’amore

Antonella Ardito
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Spade e cipolle è una storia semplice e bella, di quelle che ti fanno ridere e pensare: la prima dell’11 sera al Teatro Kismet OperA fa ben sperare in un concreto successo per Angela Iurilli, giovane attrice pugliese, segno di una terra prolifica in campo artistico e teatrale oggi come non mai, perchè tanti attori e registi della programmazione dell’Opificio barese sono fatti in casa.

La Iurilli ha vinto il Premio Scenario 2005 con Il Deficiente, andato in scena a novembre sempre al Kismet, ma sicuramente anche questa prova a solo è degna di merito: autrice del monologo, la Iurilli affronta il pubblico sola, ma in realtà ha una doppia veste.

In questo dramma a tratti sarcastico e grottesco l’attrice si sdoppia in Sofronia, la padrona, e Nina, la serva, per dare vita ad una storia senza tempo e fatta di ricordi contorti e a volte spezzati sullo sfondo della battaglia di Roncisvalle.

In uno spazio scenico essenziale e buio arriva in scena Sofronia, con il suo soprabito di velluto nero e la sua strana cadenza pseudo slava, facendo un gran baccano e portando con se un candelabro che dona luce alla scena; si accende anche un lampadario antico che pende sulle teste degli spettatori e questa donna forse ricca inizia a raccontare dove ha trovato la sua Nina, sporca e nera, una bambina pagana troglodita e pure mezza cieca.

La nobildonna esalta tutti quei valori negativi come la guerra e l’odio che portano poi ad una mistificazione del potere e dei soldi ma in lei c’è un doppio, ed è Nina, la serva umile che racconta storie d’amore al tempo di Carlo Magno e che sbuccia cipolle mentre interagisce con il pubblico e racconta le storie di spade tra i seguaci di Macometto e i Cristiani, dichiarando più volte che di sangue non può parlare e invitando gli spettatori ad andare via.

I piani di lettura di questo monologo senza tempo sono molteplici (il tema della guerra e dell’integrazione razziale) ma la bivalenza del personaggio ne rivela la sua estrema contemporaneità: a volte siamo come Sofronia, ci comportiamo per essere sempre al massimo ma alla fine capiamo che basta la semplicità di una serva che crede ancora nell’amore per vivere e non solo far finta di sopravvivere.

Lo spettacolo è in cartellone ancora oggi alle 16 e il 15 e 16 dicembre alle 21.

Buona battaglia!

martedì 13 Dicembre 2005

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