Cronaca

Dalla Murgia a Bari: un fiume di fango inonda Cava di Maso

Antonella Ardito
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Un elicotterro sveglia la domenica dei Carbonaresi: non la diana festante per festeggiare il Santo Patrono di questa ex frazione di Bari ma un mezzo della finanza che accoglierà il Sindaco Emiliano e l’Assessore regionale ai Lavori pubblici Introna e il capo della Protezione Civile Bertolaso in perlustrazione su quello che era la Cava di Maso e il canalone Lamasinata.

Sembrava uno tsunami all’incontrario: la cava alta 40 metri trasformata in un palude marrone a macchie gialle: la furia dell’acqua che copiosa (si parla di 161 millilitri di pioggia in un’area compresa tra Cassano, Acquaviva e Santeramo) si è trascinata a valle con un carico di detriti e di fango, arenandosi nell’insenatura della Cava riempiendola per 38 metri. Questo fiume d’acqua melmosa ha poi ripreso vigore fino allo sbocco in mare.

Uno spettacolo raccapricciante, ulivi galleggianti, mobili del deposito di un’azienda situata quasi nell’alveo del canalone che vagano come zombi nella melma e la casa del custode tranciata di netto: questo all’altezza del vecchio mattatoio, sulla strada che poi si raccorda con Via Camillo Rosalba.
Andando verso Ceglie si assiste ad un altro macabro spettacolo di pullman stracolmi d’acqua e di una villetta invasa per metà dal fango.
Questo è successo perchè si è costruito sotto il livello stradale, quasi nel canalone, pensando che la furia dell’acqua non sarebbe mai più arrivata: Bertolaso ha dichiarato che alluvioni del genere in Puglia non avvenivano da cent’anni, infatti solo gli anziani di Carbonara e Ceglie ricordano qualcosa di simile avvenuta ad inizio novecento, quando l’acqua della Murgia raggiungeva il mare grazie al canalone libero da rifiuti e da case.

E’ quello che è accaduto nella notte tra sabato e domenica ma l’aver violato le regole della natura ha portato a questa situazione.

Sicuramente la scena più impressionante è la palude marrone che è adesso la Cava di Maso: campi di calcio e impianti di illuminazione distrutti con degli elementi in plastica galleggianti: sono le giostre dei bambini che avevano fatto di questo posto un’oasi di tranquillità, dove in estate in tanti hanno potuto godere di un concerto e di un cielo stellato. Adesso è un rincorrersi di polemiche tra vecchia e nuova amministrazione: forse non si doveva fare il parco lì ma di certo quest’insenatura artificiale ha salvato le case affacciate sul canalone.

Adesso bisognerà solo pensare alla bonifica perchè con lo stravolgimento climatico dei nostri tempi potrebbero passare anche solo pochi mesi e trovarci con una nuova alluvione.
Il Sindaco Emiliano ha infatti chiesto che il Comune sia il soggetto attuatore dell’opera di bonifica, il che significherebbe gestire direttamente il denaro per gli interventi.
Resta comunque da risolvere anche la situazione degli abusi edilizi chemettono a dura prova l’assetto idrogeologico del territorio.

lunedì 24 Ottobre 2005

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