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Buona Scuola, “operazione verità” dei sindacati

La Redazione
Cgil, Cisl, Uil, Snals e Fgu contestano i dati del ministro Giannini: «Propaganda per sminuire le opposizioni»
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Non si sopiscono le polemiche sulla riforma dell'istruzione, la cosiddetta "Buona Scuola", varata dal governo di Matteo Renzi.

In un comunicato congiunto,   Cgil  ,  Cisl , Uil, Snal s e Fgu contestano le  dichiarazioni e le cifre del presidente del Consiglio. L'occasione è un intervento televisivo di Renzi, in cui sono stati citati proprio i docenti pugliesi. Una scelta «inopportuna» per i sindacati, che non risparmianno critiche anche al ministro dell'istruzione, Stefania Giannini.

Per le cinque sigle, la responsabile del dicastero «sta tentando, con gli strumenti tipici della propaganda, di sminuire il senso dell’opposizione sindacale e politica diffusasi nel paese contro la “Buona scuola”, sminuendo gli effetti del paventato esodo dei docenti dal sud al nord del Paese e dichiarando, nella conferenza stampa del 1° settembre, che su 102.000 assunzioni massimo il 10% degli immessi in ruolo sarebbe finito fuori regione. Ma le cose non stanno come dice il governo».

In Puglia – riportano i dati dei cinque sindacati – su 6.040 docenti che hanno presentato la domanda, 1.056 sono stati i destinatari di immissione in ruolo, tutti assunti fuori regione. «Fortunatamente – commentano – sembra che più dell’80% di questi 1.056 neoassunti, almeno per quest’anno, resterà nella propria provincia grazie alle operazioni di nomina per le supplenze che gli uffici scolastici territoriali, cronicamente sott’organico, non senza problemi hanno concluso entro l’8 settembre, obbligando il personale ad una maratona lavorativa estiva senza precedenti».

«Questa soluzione “temporanea” – rimarcano Cgil, Cisl, Uil, Snals e Fgu – è solo ed esclusivamente della forte mobilitazione del movimento sindacale unitario, anche pugliese, e delle forze politiche più attente che in Puglia hanno fatto quadrato a difesa del movimento dei precari pugliesi contro la pseudo riforma della scuola prevista dalla legge 107; e la lotta ha pagato visto che è stata riconosciuta la possibilità, per chi avesse ricevuto una nomina in ruolo fuori regione, di rinviare di un anno la partenza se in concomitanza di supplenza in una scuola della propria provincia».

La replica delle sigle sindacali ha i contorni di una vera e propria “operazione verità”: «La percentuale dei docenti destinati fuori regione non va calcolata, come fa il ministro, sulle 102.000 assunzioni previste dal piano nazionale, visto che le prime due fasi del piano di assunzione (fase 0 e fase A), pari a 47.476 posti, hanno riguardato esclusivamente posti già destinati alle graduatorie provinciali; più correttamente la percentuale dei docenti trasferiti andrebbe calcolata sui 9.000 posti assegnati via mail nella cosiddetta fase B con cui è iniziata la fase nazionale e che, al momento, rappresenta l’unico dato certo. Ebbene, delle  9.000 mail di assunzioni della fase nazionale (fase B) ben 7.000 riguardano docenti che sono destinati a trasferirsi, massimo entro un anno, facendo salire la percentuale nazionale dei trasferiti dal 10% del Ministro Giannini al 78% calcolato sulla sola fase B».

«Sulla sola fase nazionale la percentuale di docenti destinatari di ruolo fuori regione è molto più alta di quanto si va raccontando» commentano i sindacati, che tornano sulla scelta (un «dramma»), di quanti non hanno proprio presentato domanda scegliendo di rimanere nelle graduatorie («in Puglia rappresentano il 25-30% del totale delle Gae»), senza dimenticare la mancata immissione in ruolo per il personale Ata.

«Non si possono usare le supplenze attribuite per un anno per abbassare la percentuale dei docenti trasferiti al nord» ammoniscono Cgil, Cisl, Uil, Snals e Fgu.

E, per finire, un altro dato contestato: «Se finora il ministro Giannini aveva dichiarato che, su 102.000 assunzioni, solo il 10% degli immessi in ruolo sarebbe finito fuori regione, nelle ultime ore ha abbassato la percentuale al 5%, forse conteggiando come non trasferiti anche i docenti graziati per quest’anno da una supplenza. Ebbene, se il ministro vuole trasformare le supplenze annuali da soluzione temporanea annuale in soluzione permanente allora lo faccia, rimodulando le assegnazioni alle province e rendendo meno devastante il “trasloco coatto” di migliaia di docenti, visto che ha tutti gli strumenti per farlo. Noi ne prenderemo positivamente atto».
 

giovedì 10 Settembre 2015

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