Spettacolo

Il canto delle sirene incanta il pubblico del Petruzzelli

Francesca Emilio
Sold out per Carmen Consoli ieri a Bari
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Il canto delle sirene, scandito a ritmo di plettro e dita sulle corde della chitarra, dalla voce profonda e viscerale della cantantessa Carmen Consoli, dal violino di Emilia Belfiore e dal Violoncello di Claudia Della Gatta, incanta il pubblico del Petruzzelli nella tappa barese di “Eco di sirene Tour”.

Sedicesima turnée per la cantautrice catanese, che partita da Bolzano lo scorso 24 febbraio, viaggia, di teatro in teatro, con l’intento di raccontare e raccontarsi, in un concerto acustico che la vede, assieme alle sue compagne di viaggio, narrare storie all’interno di una conchiglia immaginaria, richiamata da una scenografia minimal che raccoglie, in pieno, l’essenza di quello che “Eco di sirene Tour” è.

Ad aprire il concerto è la cantautrice catanese Gabriella Grasso, che, accompagnata dal chitarrista Denis Marino, coinvolge il pubblico e lo trasporta, attraverso sonorità intense e popolari tipiche della Sicilia, nella propria terra. Per circa quindici minuti infatti, sembra di essere catapultati altrove, la voce di Gabriella è potente e sicura.

Poi le luci si spengono e, dopo qualche minuto, a riecheggiare nella suggestiva cornice del teatro barese, sono solo una chitarra e una voce, quelle di Carmen Consoli che, con Sulle rive di Morfeo comincia il canto delle sirene.

In punta di piedi, la cantautrice accompagna il pubblico all’interno della conchiglia, facendo riecheggiare, all’interno di essa, le storie: storie di donne sole, donne innamorate, donne abusate, donne forti, donne succubi, donne che lottano, donne che s’arrendono, donne consapevoli, ma anche inconsapevoli, della propria forza, della propria bellezza, della propria unicità, in un percorso che sfiora le diverse tappe della carriera artistica della cantautrice: si passa infatti da brani come Sulle rive di Morfeo, Parole di burro, da Fiori d’arancio, Perturbazione atlantica, Geisha, Il sorriso di Atlantide, Pioggia d’aprile, L'eccezione, L’ultimo bacio, Maria Catena, AAA cercasi a Mandaci una cartolina, dedicata al padre, Blunotte, Bianco e Nero dedicata alla madre, Confusa e felice, ‘A finestra, Venere e le immancabili Quello che sento e Amore di plastica. Importante e suggestivo anche l’omaggio a Rosa Balistreri, cantastorie sicula, con Buttana di to ma.

Un viaggio al femminile dunque, che, come spiegato dalla stessa cantautrice, è l’evoluzione de L’anello mancante, un tour teatrale che ha visto l’artista in giro per Italia, Europa e Stati Uniti, in scena da sola, con le sue sei chitarre. Anche questa volta infatti, la musica è una tela sulla quale traccia, canzone dopo canzone, pensieri e riflessioni personali con l’intento però di dar voce e corpo alle domande sul presente, un presente agitato e scosso dagli avvenimenti quotidiani nei quali sono compresi momenti di gioia e momenti di tristezza. È una riflessione profonda quella della cantautrice, una riflessione che sì, viene narrata attraverso gli occhi delle donne, ma non risparmia anche le storie di uomini e bambini, dei cittadini del mondo, tutti, poiché tutti protagonisti dello stesso momento storico travagliato. A dimostrare questa intensità e questa necessità di raccontare l’essenziale, sono anche gli arrangiamenti dei brani che vengono denudati di tutte le sovrastrutture presenti nelle versioni originali restando carichi di quella energia e potenza che richiama, appunto, il canto delle sirene, capaci di ammaliare e allo stesso tempo allarmare, con il solo potere della voce: una voce profonda e viscerale che infrange le barriere dello spazio e del tempo per arrivare ad ascoltatori, sia attenti, sia distratti.

Ci tiene a sottolinearlo la stessa cantautrice poco prima di eseguire Eco di sirene: «Le sirene sono creature magiche e noi siamo tre sirene. Ma la sirena è anche un allarme di pericolo imminente, nel peggiore dei casi un pericolo di guerra. Quando ho scritto questa canzone avevamo vicino quella die Balcani, adesso assistiamo impotenti ai conflitti in Libia e in Siria. La pace non è mai di moda, la guerra invece sembra essere un trend che non passa mai, anzi, sembra evolversi e diffondersi anche nella vita di tutti i giorni. Così diventa guerra anche l’impegno quotidiano che i leoni da tastiera riservano per le proprie battaglie a suon di insulti e calunnie, nascondendo il volto e l’identità, o che dire della guerra che noi stessi abbiamo dichiarato alla nostra santissima, ormai intossicatissima e non più vergine madre Terra? E poi c'è una guerra al buon senso e alla convivenza armoniosa tra i popoli di diversa cultura e tradizione. E risuona sordo e stridente l'allarme sociale di una nazione che vota per isolarsi, come l'Inghilterra, oppure di un'altra che vota per alzare e costruire ancora muri, come l'America».

Un messaggio che richiama la personalità dell’artista “per niente stanca” di raccontare e raccontarsi, di attendere l’alba per prepararsi a nuove sorprese, a nuovi scenari, scenari che, sottolinea lei stessa sul palco, vedano gli esseri umani più uniti e meno indifferenti all’eco, allarmante e non, delle sirene. 

venerdì 31 Marzo 2017

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