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Ispettorato lavoro, sindacati contro la riforma

La Redazione
Cgil, Cisl, Uil, Confsal, Usb e Intesa oggi in piazza Prefettura per chiedere l'intervento del governo Gentiloni
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I sindacati protestano compatti contro la recente riforma che ha dato origine all’Ispettorato nazionale del lavoro.

Per la giornata di oggi, Cgil, Cisl, Uil, Confsal, Usb e Intesa proclamano uno stato di agitazione: una manifestazione è stata organizzata dalle 11.30 alle 13.30 nei pressi della Prefettura per chiedere «l’intervento del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, del ministro dell’Economia e delle Finanze, Piercarlo Padoan e del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, affinché si impegnino a trovare in tempi rapidi una soluzione a problemi che rischiano seriamente di compromettere l’operatività di quello che dovrebbe essere uno dei ministeri cardine del nostro paese».

«Al di là – scrivono le sigle – dei proclami roboanti di questa riforma, che doveva servire a rendere più efficiente e coordinare la tutela del lavoro, di fatto, nel corso degli anni i vari governi che si sono succeduti, hanno fatto a gara (da ultimo con l’attuazione del Jobs Act) per depotenziare e avvilire le funzioni di quegli uffici che dovrebbero presiedere a tale tutela, nel completo disprezzo di uno dei fondamentali valori su cui è stata redatta la nostra carta costituzionale: dignità, tutela del diritto e diritto alla salute sui posti di lavoro. ll passo successivo è stato lo smantellamento del Ministero del Lavoro e la creazione dell’Inl, quale soluzione per un più “efficace svolgimento dell’attività ispettiva”».

Per i sindacati, «il paradosso dei paradossi è che, attualmente, essendo la riforma “ a costo zero”, tutto il personaledell’Ispettorato nazionale del lavoro si ritrova senzail dovuto nuovo contratto integrativo che organizzi e disponga con riguardo a tutte le professionalità presenti nella neonata agenzia; con la conseguenza che la funzione di tutela del lavoro resta imbrigliata nei lacci e laccioli delle disposizioni di legge sapientemente seminate dalle politiche contro i lavoratori tutti. A cosa, quindi, è stata utile la creazione di una struttura diversa e distinta dal Ministero se non a peggiorare le condizioni di lavoro di chi deve intervenire per tutelare l’applicazione dei contratti di lavoro, a prevenire incidenti e morti, a contribuire nel fare emergere il mare magnum del lavoro nero?».

I sindacati denunciano, inoltre, che la funzione ispettiva, fulcro dell’attività dell’Inl, «è retribuita diversamente e con una forte sperequazione economica» e che l’Ufficio legale, che completa l’attività ispettiva, «è vittima di una forte sperequazione contrattuale e retributiva rispetto alle avvocature degli enti, che svolgono di fatto le medesime funzioni».

«Nonostante gli impegni politicamente assunti dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali di investimenti nella legge di bilancio proprio a favore dell’Inl, attualmente il Ministero dell’economia dichiara di voler tagliare retroattivamente del 50% il fondo di produttività del ministero del Lavoro e delle sue due agenzie, fra cui l’Inl, decurtandolo di circa 7 milioni di euro» attaccano Cgil, Cisl, Uil, Confsal, Usb e Intesa.

«Si arriva, quindi, all’ulteriore paradosso: coloro che tutelano i diritti acquisiti altrui dovranno, allo stato delle cose, restituire parte del salario accessorio 2015, facente parte della retribuzione».

venerdì 17 Novembre 2017

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