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La domenica non si tocca

La Redazione
Dal Consigliere Comunale indipendente Donato Cippone, l'ennesimo documento sulla crisi del commercio a Bari
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Ieri, subito dopo l’appello, in apertura di seduta (di Consiglio Comunale n.d.r), ho iscritto all’ordine del giorno una mozione urgente: Determinazione dell’Amministrazione Comunale in relazione all’atto d’indirizzo per la Giunta deliberato nella seduta di C.C. del 10/11/05.
I sottoscritti Consiglieri, nell’esercizio della facoltà riconosciutagli dall’art. 60 del Regolamento del Consiglio Comunale, chiedono la trattazione urgente, anche ai sensi dell’art. 37 del Regolamento, del predetto ordine del giorno in considerazione della rilevanza dell’argomento e dei riflessi delle imminenti determinazioni dirigenziali per danni irreparabili al piccolo commercio, alla grande e media distribuzione (ipermercati e centri commerciali) ed al relativo indotto della città Bari.
La mozione urgente, contrariamente a quanto disciplina l’art. 60, non è stata discussa nel corso della seduta !
Il caso ha voluto che proprio ieri il Sindaco di Bari firmasse l’ordinanza con la quale ha disposto la deroga all’obbligo delle chiusure domenicali nelle giornate: 26 Marzo 2006; 2-23-30 Aprile 2006; precisamente quanto riportato al punto 1 dell’accordo/verbale sottoscritto il 1 Febbraio 2006 solo con alcune Associazioni di Categoria.
Inoltre, sempre nella seduta del Consiglio Comunale di ieri, non è stata posta in discussione la petizione popolare sul commercio: LA DOMENICA NON SI TOCCA !, presentata con apposita istanza rivolta al Presidente del Consiglio il 10 Febbraio 2006.
L’art. 80 comma 6 dispone che se la petizione è sottoscritta da almeno 1000 persone, la stessa venga posta in discussione nella prima seduta utile di Consiglio.
Eseguendo le indicazioni ricevute dal Sindaco, con protocollo n° 42340, ho inoltrato una richiesta al suo Gabinetto affinché il coordinamento dei piccoli commercianti potesse avere la sua sede nel Comune di Bari oltre a tutto il materiale e l’assistenza necessaria per lo svolgimento dell’attività associativa – così come disposto proprio dal Sindaco – onde poter riuscire in breve tempo ad organizzarsi e finalmente avere quella rappresentatività per partecipare a pieno titolo alle trattative con le Associazioni di Categoria.
È trascorso ormai più di un mese e nonostante i vari miei solleciti, a tutt’oggi, non è pervenuta alcuna risposta !
Comunque, i piccoli commercianti da soli, si sono organizzati, hanno raccolto 5600 firme e qualcuno, ORA, dovrà pur riconoscerli !

L’ordinanza del Sindaco sulle aperture domenicali di marzo e aprile firmata ieri (dopo "varie peripezie" mi è stata rilasciata stamattina dalla ripartizione sviluppo economico), fà riferimento ad un’altra precedente ordinanza sindacale: 2005/01344 del 28/12/05, che a sua volta segue una riunione tenutasi il 27/12/05 presso l’Assessorato al Commercio con le associazioni di categoria e nel verbale allegato vi è uno specifico riferimento ad una nota dell’ANCI del 7/12/05 che indica testualmente: "…raggiungere l’obbiettivo di un massimo di 20 giornate di apertura domenicale e festiva durante l’anno, comprese quelle relative al mese di dicembre".
Pertanto evidenzio come l’atto d’indirizzo votato all’unanimità dal Consiglio Comunale e cioè la limitazione delle aperture festive fino ad un massimo di 12 giorni all’anno sia perfettamente in linea con  l’indicazione dell’ANCI di concedere deroghe fino ad un massimo di 20 giornate, comprese quelle del mese di dicembre !

Un’ulteriore approfondimento merita il lavoro della II Commissione Consiliare del Comune di Bari circa il giro di consultazioni avviato con le associazioni di categoria sulla "situazione del Commercio nella città di Bari – piccola e grande distribuzione". Infatti dopo le prime tre sedute convocate inutilmente, vuoi perché sono andate deserte ( 1^ e 3^), vuoi perché non si è presentato il Presidente della Confcommercio, Alessandro Ambruosi, senza fornire alcuna spiegazione (2^), anche la 4^ convocazione del 9 marzo ha registrato che "all’atto della dichiarazione di chiusura della seduta i rappresentanti della CONFESERCENTI non sono intervenuti".
Mi sorge il dubbio che questi Signori, rappresentanti delle associazioni di categoria più famose e maggiormente rappresentative (?), o erano già a conoscenza delle intenzioni del Sindaco (per questo la loro assenza in commissione) oppure non sono assolutamente intenzionati a tutelare gli interessi del piccolo commercio !
In una nota pervenuta dalla sezione del nord barese, filiale di Andria, a firma di Savino Montaruli, la Confesercenti nel sollecitare ai soci il tesseramento per l’anno 2006, evidenzia come "sul fronte delle aperture domenicali e festive dei negozi abbiamo continuato a mantenere ben ferma e irremovibile la nostra posizione che ha visto, anche per l’anno 2006, prevalere la volontà degli esercenti commerciali di non aumentare il numero di aperture rispetto ad altri interessi che, al contrario, mirano ad un’apertura generalizzata dei negozi e della Grande Distribuzione praticamente in tutte le domeniche ed i giorni festivi dell’anno. Il calendario 2006 quindi prevede solamente 4 giornate di apertura domenicale e festiva straordinaria, oltre al mese di dicembre, come prevede la Legge. Abbiamo previsto, inoltre, che in queste 4 giornate vengano anche concentrate iniziative comunali di carattere culturale, spettacolare e di solidarietà."
Una posizione della Confesercenti B.A.T. nettamente in contrapposizione con i colleghi di Bari che hanno sottoscritto l’accordo di 38 aperture straordinarie.

La Legge Regionale n° 11/03, art. 18, come è ben noto a tutti, fissa con il comma 4, la regola dell’osservanza della chiusura domenicale e festiva degli esercizi commerciali; con il comma 5 una prima eccezione di deroga alle chiusure domenicali e festive e cioè quelle del mese di dicembre, nonchè ulteriori 4 domeniche o festività nel corso degli altri mesi dell’anno; sempre con il comma 5 una seconda eccezione è prevista per ulteriori aperture che possono essere definite in accordo con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative cui al comma 1 (organizzazioni locali dei consumatori, delle imprese e del commercio e dei lavoratori dipendenti).
Pertanto è del tutto evidente che con l’accordo/verbale del 1 febbraio 2006 la regola si è trasformata in una eccezione e la deroga alle aperture (30+8) è diventata regola; cioè, un totale stravolgimento della volontà del legislatore !

Al fine di avere alcuni elementi di comparazione riporto alcuni dati (fonte ministero attività produttive) circa le aperture festive e domenicali dell’anno 2006, compreso il mese di Dicembre, di alcune città d’Italia:

·    Milano        (Tot. 34);
·    Firenze        (Tot. 21);
·    Pesaro        (Tot. 21);
·    Pisa – Livorno    (Tot. 19);
·    Arezzo        (Tot. 15);
·    Vercelli        (Tot. 15);
·    Monza        (Tot. 15);
·    Bologna        (Tot. 14);
·    Modena         (Tot. 14);
·    Ferrara        (Tot. 14);
·    Bergamo        (Tot. 12);
·    In Puglia;     Andria (tot. 8) –     Barletta (tot. 8) – Lecce (Surbo Tot. 11 – Cavallino Tot. 11) – Taranto (tot. 12) – Brindisi (tot.12) – Foggia (Tot. 32) –  Bari  (30+8? Speriamo proprio di no !)

Come si può notare dalla tabella su riportata, proprio Bologna e Modena, città dove hanno sede Ipercoop e altri centri commerciali, le aperture festive concesse sono 14 e dai primi contatti avviati con i relativi assessorati alle attività economiche delle due città non c’è affatto da stupirsi per il numero così esiguo di deroghe concesse in quanto vi è una precisa volontà politica di tutela dell’attività del commercio tradizionale e non solo sul piano degli orari di apertura degli esercizi commerciali.
Infatti, mi riferiscono che da sempre, in questi territori, prima di rilasciare nuove licenze a insediamenti di grandi strutture commerciali si pone la massima attenzione al fine di tutelare un equo rapporto tra la densità della popolazione, l’estensione territoriale e la superficie da destinare all’apertura dei centri commerciali.
Il prof. Luca Ferrucci, Coordinatore della Scuola superiore di S. Anna, Pisa e componente della II Commissione di Lavoro Commercio Regione Toscana, ha espresso tutto il suo stupore per i dati, relativi ai centri commerciali e ipermercati presenti su Bari e dintorni, riferiti a settembre 2005 e di cui qui di seguito riporto una tabella:
Bari    Carrefour    4.000
Bari    Iper De Sandi    3.000
Bari    Carrefour     8.000
Bari    Carrefour     9.000
Bari    Ipercoop S.Caterina    9.500
Bari    Ipercoop Japigia    9.000
Casamassima     Auchan    14.476
Modugno    Auchan    11.000
S. Giorgio – Triggiano    Prossima aperturaBariBlu    44.000 +10.200

Rivolgo un appello al Sindaco di Bari, Michele Emiliano, a tutta l’Amministrazione Comunale, Assessori e Consiglieri, a tutti i Partiti, a tutte le Associazioni di Categoria e a tutti gli organi competenti, ad assumersi ognuno la propria responsabilità e a dare risposte certe e definitive per la situazione del commercio a Bari, ed evidenzio le motivazioni per cui si è costituito il Coordinamento di Associazioni di Liberi Commercianti:

per difendere e far sopravvivere lo storico commercio tradizionale che da generazioni si tramanda di Padre in Figlio;

per salvaguardare l’economia locale e proteggere il territorio dagli insediamenti scriteriati delle grandi strutture commerciali, vere e proprie organizzazioni di istigazione al consumo;

per tutelare il piccolo commercio dalla pretesa da parte della grande distribuzione organizzata di ottenere deroghe indiscriminate alla regola delle chiusure domenicali e festive;

per proporci come parte attiva per la programmazione del piano commerciale della nostra Città e della nostra Regione, diffidando le stesse dal rilasciare nuove ed ulteriori autorizzazioni per l’apertura di grandi superfici di vendita e verificare quelle in corso;

per l’inadempienza del ruolo di rappresentanza delle organizzazioni economiche di categoria, che negli ultimi anni hanno rappresentato gli interessi solo di una parte delle tipologie commerciali, e cioè la grande distribuzione.

        Donato Cippone
Consigliere Comunale
    INDIPENDENTE

sabato 11 Marzo 2006

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