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Christian Montanaro
Quattro classiche chiacchiere "da Barilive.it dello sport" per ripassarci la materia
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Estate. Tempo di sole, mare, vacanze, ma anche di mondiali. Da giugno riparte l’avventura degli azzurri all’inseguimento della Coppa del Mondo. Teatro ospitante è la Germania, la cui formazione proprio in casa nostra, nel 1990, si aggiudicò la sua terza Coppa del Mondo.
L’Italia si augura di farle lo stesso sgarbo, anche alla luce del periodo di crisi in cui versa il calcio tedesco, che di conseguenza estromette la nazionale padrona di casa dalle possibili papabili per la vittoria finale.
Almeno in teoria, visto che nella pratica poi le cose spesso vanno diversamente, come spera Jurgen Klinsmann, il contestatissimo allenatore teutonico, ex “pantegana” dell’ Inter tedesca degli anni 90’, che conta in una reazione d’orgoglio dei suoi davanti al pubblico amico.
Noi di “Barilive” seguiremo per voi da vicino tutti gli appuntamenti mondiali, fornendovi un punto di  vista diverso, puntuale, accattivante e anche spiritoso sulle partite in corso e sulle indiscrezioni piccanti delle squadre partecipanti, con un occhio di riguardo ovviamente per la nostra Italia.

L’Italia si presenta a questo appuntamento tra i favori dei pronostici, come spesso è accaduto in passato e come logica comanda, data la qualità della rosa a disposizione.
Non v’è più alla guida Giovanni Trapattoni che con il deludente e sfortunato Europeo disputato due anni or sono ha chiuso la sua parentesi da trainer azzurro, e al suo posto c’è ora Marcello Lippi.
Cambia poco a livello di numeri. Vincente era uno e vincente è l’altro. Resta solo da capire se Lippi seguirà le orme di Trapattoni, o si rivelerà al contrario allenatore vincente non solo a livello di club, ma anche a livello di nazionale maggiore.
Il felice cammino in Champions League, quando, allora allenatore della Juventus, vinse la Champions League contro l’Ajax, farebbe ben sperare sulla sua capacità di vincere tornei non articolati in 34 e più giornate, ma consistenti in sfide secche.

Ma, come sempre, sarà solamente il campo ad esprimere il verdetto finale. Quel che si può dire con certezza, però, è che, diversamente da quanto s’era visto con il Trap, l’Italia oggi sembra avere una sua precisa identità di gioco.
I meccanismi funzionano in ogni reparto e l’attacco, schierato ora con due, ora con tre punte, si rivela più pericoloso di quello Vieri – tematico visto durante la gestione Trapattoni. Il grande favorito resta naturalmente il Brasile, campione del mondo in carica e vincitore di ben cinque trofei nella suddetta competizione. Lo dicono i numeri e lo dice anche il livello dei campioni schierati in campo. Ronaldinho, Ronaldo, Adriano, Kakà, Robinho. Ce n’è per tutti i gusti in effetti.

Il punto debole potrebbe essere l’equilibrio. Con tanti giocatori votati all’offesa, il centrocampo potrebbe scricchiolare, ma, ad onor del vero, già in passato elementi come Dunga, da soli, con la loro intelligenza tattica, bastavano per sopperire a questo inconveniente. E poi ci sono le solite big del calcio mondiale. L’Argentina di Crespo e Riquelme, la Francia di Zidane ed Henry, l’Olanda di Van Nisterooy e Makaay, la Repubblica Ceca di Pavel Nedved, l’Inghilterra di Lampard e Gerrard ed il Portogallo di Figo e Cristiano Ronaldo.

Anche l’Italia ha la sua stella incontrastata, Francesco Totti, ma le condizioni post – recupero della bandiera giallorossa non sono del tutto chiare, e allo stato attuale non è mica certo che il “Pupone” farà parte della spedizione azzurra in Germania. Chi è diventato una stella, senza sapere di esserlo, è Luca Toni, capocannoniere incontrastato del campionato e autentica rivelazione dell’Italia targata Marcello Lippi.
Punta unica, con Totti o Del Piero alle spalle, o in coppia con Giardino, il bomber della Fiorentina è assieme a Pirlo, Buffon. Cannavaro, Nesta e Zambrotta la spina dorsale di questa squadra.
Gran parte della rosa è già decisa. Mancano gli ultimi tasselli da definire. “Superpippo” Inzaghi, per esempio, che sta attraversando un momento di grazia dopo il grave infortunio, potrebbe essere l’equivalente di “Pablito” Rossi al vittorioso mundial spagnolo del 1982. E poi ci sono Vieri, Lucarelli e Iaquinta in bilico. Per non parlare della grana Panucci e delle tentazioni Oddo, Tavano, Perrotta e Toldo.
Lo schema dovrebbe essere il 4 – 3 – 3, che, in corsa, per i rientri a centrocampo di due dei tre attaccanti, si trasformerebbe in un 4 – 5 – 1, con una formazione tipo, assai simile alla seguente :
Buffon, Zambrotta, Grosso, Nesta, Cannavaro, Gattuso, Pirlo, De Rossi, Totti, Del Piero (Giardino), Toni.
Ma di questo e di altro ci sarà tempo per parlare, perché l’avventura “mundial” qui, sul portale di “Barilive” è appena iniziata, e questa volta, se anche l’Italia non dovesse vincere la Coppa, siamo certi che non sarà stato per colpa di un certo Byron Moreno.

sabato 22 Aprile 2006

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