In collaborazione con TradingOnline.com

Mercati finanziari: occhi puntati su titoli tech, materie prime e banche centrali

Mercati finanziari: occhi puntati su titoli tech, materie prime e banche centrali
Nonostante la mancanza di un picco di inflazione, i mercati azionari sembrano aver particolarmente apprezzato la risolutezza con cui i vari Board hanno predisposto le contromisure del caso
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Che tutte le Banche Centrali, operanti in quelle aree in cui si registrano valori di inflazione ben oltre i livelli target del mandato, abbiano dato il via ad un stretta monetaria per cercare di contrastare il fenomeno, è ormai un dato di fatto; che sia troppo presto per avere evidenza del rientro del problema è altrettanto inconfutabile. Tuttavia, nonostante la mancanza di un picco di inflazione, i mercati azionari sembrano aver particolarmente apprezzato la risolutezza con cui i vari Board hanno predisposto le contromisure del caso: luglio, nella fattispecie, si è rivelato un mese estremamente positivo, non a caso per ritrovare performance di periodo di tale vigore bisogna andare a ritroso fino al 2020.
Anche in quell’occasione gli upward trend erano coincisi con una fase di rientro dagli eccessi del Covid crash, e persino il contesto era caratterizzato egualmente da una crisi, erano però diverse le armi a disposizione delle Banche Centrali: disponibilità della leva monetaria con bassa inflazione e Balance Sheet più contenuti.

Il fragile equilibrio dei mercati finanziari e dell’economia globale

Come spiegato dagli esperti di tradingonline.com, portale di formazione in ambito finanziario, per provare a formulare delle ipotesi attendibili sull’andamento dei mercati, occorrerebbe stimare se il rientro dell’inflazione possa precedere un decadimento dell’attività economica a livello globale indotto dalla stretta sui tassi. D’altronde bisogna considerare che l’aumento dei prezzi ha già raffreddato i consumi in numerosi settori. L’ago della bilancia di una situazione così delicata potrebbero essere le materie prime: difatti il ribasso dei prezzi delle commodities, in particolare di quelle energetiche, contribuirebbe a calmierare la dinamica inflattiva, permettendo alle Banche Centrali di rallentare le manovre di tightening.
Sarà pure un caso, ma il recente rialzo delle borse e la diminuzione della pressione sui rendimenti dei titoli obbligazionari è coinciso proprio con un ritorno delle quotazioni di molte materie prime su livelli antecedenti allo scoppio della Crisi Geopolitica. Il compito più arduo per gli investitori e per gli addetti ai lavori è rappresentato dall’individuazione delle asset class che risulterebbero maggiormente favorite da una stabilizzazione del quadro macroeconimico.
Naturalmente in tanti guardano con rinnovato interesse all’equity market, il comparto che probabilmente è risultato più penalizzato dalle numerose incognite che si sono via via materializzate in questa congiuntura, a maggior ragione considerando le peculiarità di una classe di investimento che sul lungo periodo contrasta meglio gli effetti di scenari iperinflattivi. E se fino a non troppo tempo fa nella componente azionaria delle asset class si cercava di sovrappesare il settore value, oggi sembra esser ritornato l’hype sui titoli growth, con particolare focus sul segmento tech.

Nasdaq: spunti operativi dalle azioni tech

È chiaro che, rappresentando Wall Street il punto di riferimento per le borse internazionali, in tanti osservano con attenzione l’evoluzione del Nasdaq: da un punto di vista fondamentale gli analisti finanziari rilevano che i datti della reporting season stanno facendo emergere numeri tutto sommato meno brutti di quanto ci si potesse aspettare, a testimonianza che forse il pericolo di una recessione economica potrebbe essere scongiurato. E anche da un punto di vista tecnico la struttura dei prezzi del paniere tech inizia ad assumere contorni meno foschi rispetto agli ultimi mesi.
Dopo i minimi di metà anno il Nasdaq Composite ha innescato un rally rialzista meno violento e con meno pendenza rispetto ai movimenti correttivi precedenti; di conseguenza l’upward trend è risultato più sostenibile. Come si può evincere facilmente osservando una rappresentazione grafica dell’indice, le quotazioni hanno superato con un canale ascendente ben definito i top relativi registrati a cavallo fra Maggio e Giugno, cercando una nuova area di stabilizzazione propedeutica ad un’eventuale fase di riaccumulo. Ma il vero livello cardine fanno notare ancora una volta gli esperti di tradingonline.com è individuabile sul bottom -vicinissimo ormai- del primo trimestre: il superamento di quei valori, infatti, potrebbe innescare ricoperture di medio periodo, fornendo un ulteriore boost al rialzo dei corsi.

giovedì 4 Agosto 2022

(modifica il 6 Agosto 2022, 11:48)

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