INTERVISTA BIANCOROSSA

La corazza di Polito su Mignani: “Lui il mister del Bari”

La Redazione
Il ds biancorosso si concede per circa un'ora ai giornalisti per raccontare retroscena e aspettative della stagione in dirittura d'arrivo
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BARI – Lo stratega e l'uomo spogliatoio prima del dirigente e del professionista. Ciro Polito è concentrato di tante belle prerogative, tutte quelle qualità che da due giorni hanno certificato la matematica promozione del Bari in serie B. I bagordi di una festa appena cominciata domenica scorsa a Latina lasciano spazio alle riflessioni a freddo che il ds biancorosso si è concesso poco fa nella sala stampa dello stadio San Nicola davanti ai giornalisti.
Un modo come un altro per ribadire la bellezza di un percorso iniziato lo scorso 10 giugno, all'indomani della firma sul contratto biennale che il presidente Luigi De Laurentiis gli ha fatto firmare per riportare il Bari in alto. Accordo nato dalle premesse delle due precedenti stagioni da dirigente condotte in modo egregio sia a Castellammare di Stabia che ad Ascoli.
Proposito raggiunto col massimo dei voti da parte del dirigente napoletano – 43 anni il prossimo 12 aprile – alla cabina di regia di una macchina da guerra consegnata per sue proprie mani al tecnico Michele Mignani. Un'altra personale scommessa vinta, insieme a tante carte giocate e assi calati nei mercati estivo ed invernale per allestire una formazione di primo livello. Organico in grado di spiazzare la concerrenza del girone C di Lega Pro, torneo vinto a mani dai biancorossi a meno tre turni dal termine della regular season e alla vigilia del match di domenica prossima al San Nicola contro l'Avellino.
"Finalmente – dice Polito durante la conferenza terminata poco fa – ora lo possiamo dire. Siamo arrivati all'obiettivo che tutti ci eravamo prefissati. Lo abbiamo raggiunto con merito, forza e grandi valori tecnici e umani. Partendo dal capo, un signor presidente. Dal tecnico, un signor tecnico per valori umani e tecnici. Finendo con una squadra che ha dimostrato valori sopra la media. Ne ho sentite tante durante l'anno. Ho sempre cercato di parlare poco e nei momenti difficili. Pochi per la verità".
"Non volevo lasciare la B, conquistata con merito e sudore. In C avevo tutto da perdere. Ma il Bari non è C. Accetto Bari e vinco il campionato, dissi quando fui chiamato dal presidente. Sembra retorico parlare sempre delle stesse cose. Io ho avuto un percorso molto tortuoso. Il nostro è stato un mercato difficilissimo. Avevamo una rosa ed un badget saturi. Mi sono dovuto inventare qualcosa per prendere i primi tasselli. Alcuni giocatori, come Botta e D'Errico, dovevo prenderli subito. Scavone doveva spalmare, come Frattali e Antenucci. Prendo sempre informazioni. Quelle su Scavone erano positive. Dal primo giorno l'ho reso partecipe di un gruppo che doveva vincere. Nei fatti, poi Scavone è stato un valore aggiunto. Ha fatto anche gol decisivi. I giocatori si prendono e si gestiscono. Questo fa la differenza".
Viene dalla B. Quanto è larga la forbice rispetto alla C? Le sensazioni di Polito: "Ogni campionato ha le sue forze. In B c'è tanto equilibrio e società che investono tanti milioni di euro. Non sempre sinonimo di vittoria. Ti devi organizzare con giocatori di categoria. Noi ne abbiamo di giocatori con passato in B e A. Vedi Maiello. Cambieremo, ma l'ossatura di questo Bari non va stravolta. Abituiamoci ad andare per gradi. Non dobbiamo arrivare e strappare il campionato. Va costruito un Bari forte nel tempo". 
"I complimenti ora me li godo e me li prendo. Tra due mesi saremo di nuovo in battaglia. Frattali? Non c'è mai stato un caso. Ho preso un ragazzo sconosciuto come Polverino. Ho sempre creduto che se mancasse il pilastro Frattali potesse sostituirlo in modo egregio ed è andato oltre le aspettative. Poi Gigi si è ripreso la porta perché per tre anni ha dato tutto per la maglia. Per quanto mi riguarda, ho raggiunto grandi successi per me. Voglio arrivare in serie A, come fatto da giocatore".
Capitolo allenatore. Mignani è una certezza per il futuro? "Mignani è il mister del Bari – lo scrive su un foglio a caratteri cubitali – . Se lo mettiamo sul mercato il mister, se lo mangiano. Mignani è stato impeccabile, facendo un bel calcio e vincendo". Il rapporto con Mignani: "Ero a Pescara in Siena-Cosenza e si giocava il campionato. L'ha perso all'ultima giornata. Ai playoff arrivò in finale senza otto titolari contro il Cosenza. E perse la finale. Poi subentrò a Modena e lo portò ai playoff. Con i valori che aveva, ha alzato il livello facendo più di 70 punti e subendo pochissimi gol. Quando l'ho chiamato, aveva già incontrato il Chievo. Stava a Genova a fare delle commissioni. Ci parlai mezzora alla stazione di Roma. Io non faccio casting. Avevo le idee chiare. Ho preso informazioni. E ho detto che faceva al caso del Bari".

Su Citro: "Voleva a tutti i costi il Bari. Nicola – venendo dalla rottura di un crociato – ho cercato di darlo via. Ma l'ho tenuto in lista perché i suoi valori tecnici lo meritavano. Siccome lui ha perseverato con grande personalità, ha fatto il gol più importante dell'anno. E ha ancora tempo per fare bene".
La prima impressione con Luigi De Laurentiis: "Mi mandò un messaggio. E lo richiamai. L'ho incontrato a Roma e dissi che la mia priorità era l'Ascoli. Se chiudevo lì ero disponibile per il Bari. Mi richiamò il giorno dopo. A me serviva ancora una settimana per non essere scorretto con l'Ascoli. Come lavoro? Io scelgo i calciatori, senza fare danni economici e rispettando le condizioni dettate dalla società".
"I meriti – continua – vanno anche a quelle persone che non si vedono mai. I magazzinieri, i miei uomini come i segretari, l'ufficio stampa, Antonello Ippedico, Gianni Picaro, Davide Teti. Dietro ogni successo ci sono sacrifici di tanti. Anche lo staff del settore giovanile. E a mio genero Giuseppe. Il mio asse portante con la mia famiglia. Che è sacra. Sassolini da togliere? Ne avrei tanti che le scarpe non bastano. Le due nostre antagoniste Avellino e Catanzaro, a dette di tutti le favorite, sono partite con lo stesso organico e lo stesso tecnico. Hanno avuto la fortuna di programmare prima di noi. Noi partiti con l'handicap del mercato, del Covid. Perché nella vita non si è mai realisti? Avevano vantaggio temporale, spesi tanti soldi. Ma è meglio pensare in casa propria. Io ho sempre parlato del Bari. Non ho mai parlato male degli arbitri. Nel calcio contano i fatti. Le chiacchiere stanno a zero. Braglia alla fine è stato esonerato. Vorrei che la gente dica cose giuste. Anche il signor Foresti. Siamo stati superiori non rispondendo neanche. Quando si arriva in fondo, hai quello che hai meritato. Il Bari ha vinto? E' stato più forte di tutti".
Su Mallamo e l'accoglienza dei tifosi dopo la vittoria di Latina: "E' dell'Atalanta e alla fine tornerà alla sua proprietà. Se posso, lo riprenderei domattina. Vediamo cosa dice l'Atalanta. Il Bari è dei baresi – aggiunge – ed è giusto dedicare a chi ci ha aspettato almeno quei 5' per la festa. Il pubblico ha dimostrato valori veri, che nemmeno in A si hanno. La gente è tanta e la piazza merita almeno la B". "Abbiamo ancora tre partite da giocare. Nessuno ci ha fatto sconti e non ne faremo nemmeno noi. Ci sono anche tanti ragazzi che hanno giocato meno e potranno avere spazio per dimostrare i loro valori. Vogliamo arrivare ancora più in alto e aumentare il vantaggio sulle altre per cucirci lo scudetto sulla maglia".

martedì 5 Aprile 2022

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