Guerra in Ucraina

Lontani ma vicini

La Redazione
Giunge forte il richiamo di pace dalla scuola secondaria di primo grado "Bosco-Netti" di Santeramo. L'alunna tredicenne Demetra D'Ambrosio Pilar ha dedicato il suo pensiero contro la guerra.
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L’Ucraina sta attraversando un periodo molto difficile e delicato, in quanto le tensioni con la Russia sono esplose in un sanguinoso scontro. L’opinione pubblica si è ribellata con proteste non violente e manifestazioni. Anche noi, nonostante la distanza che ci separa, stiamo cercando di far sentire il nostro appoggio. Nei cartelloni spiccava unanime la parola” pace” in svariate lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo, albanese… e, ovviamente, il segno pacifico formato dalla sovrapposizione lettere dell’alfabeto semaforico, usato in marina, “N” e “D”. Queste indicano i termini “nuclear” e “disarmament” e sono racchiusi in un cerchio che simboleggia il mondo. La prima comparsa di questo simbolo risale al 1958, anno in cui si è svolta la marcia di Aldermaston, dove vi era una fabbrica di armi nucleari. Holtom ha coniato questa icona, la quale inizialmente era formata da un cerchio e una croce cristiana. Questa versione è stata scartata dopo il confronto con alcuni uomini ecclesiastici che ha rivelato le loro perplessità. Il segno che attualmente viene utilizzato non è coperto da copyright, proprio per far emergere il suo significato di uguaglianza e rispetto dei diritti. Il valore del simbolo della pace si è ampliato nel corso del tempo, rappresentando la lotta contro l’apartheid e i diritti delle donne e degli omosessuali. Nei cartelloni erano presenti tanti disegni realizzati dagli studenti che ribadivano questo concetto. Ad esempio, è stata raffigurata una contadina mentre sparge dei semi, un’immagine che si può collegare alla recente vicenda che ha visto come protagonisti una donna ucraina e un soldato russo. La signora si è avvicinata a quest’ultimo porgendogli dei semi e dicendogli che quando lui sarebbe venuto a mancare sarebbero fioriti. La frase scritta sotto quel disegno, “all we need is love” (tutto quello di cui abbiamo bisogno è l’amore) è in sintonia con la vicenda precedentemente citata. I manifesti sono stati abbelliti con l’uso di colori, nastri e brillantini, materiale che è stato in parte reperito dalla scuola. È stato un momento significativo e a tratti toccante, poiché tutti erano unanimi nel propagandare un messaggio di speranza e di solidarietà per l’Ucraina. Per rafforzare il significato di quell’incontro, alcuni avevano sulle mascherine la bandiera ucraina, formata da due colori, il blu e il giallo, i quali potrebbero simboleggiare il cielo e il sole che ritornerà a sorgere su quelle terre devastate.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                  Demetra D'Ambrosio Pilar 

sabato 12 Marzo 2022

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