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Lavoro: a Bari 3 mila posti a rischio, sindacati in piazza

La Redazione
In piazza Libertà l'iniziativa di Cgil, Cisl e Uil per richiamare l'attenzione sulla crisi occupazionale che sta attraversando il territorio barese, tra annunci di esuberi e licenziamenti
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Nell'area metropolitana di Bari ci sono 50 mila disoccupati, 3 mila posti di lavoro a rischio in 39 vertenze già aperte, nonostante la Puglia registri un aumento del pil del 6,4%. "Qualcosa non torna, se all'aumento della produttività corrisponde un calo dell'occupazione, un aumento dei contratti precari, della cassa integrazione e del lavoro nero". In sindacati sono scesi in piazza, fornendo i numeri delle crisi del lavoro, per chiedere "alle istituzioni di governare la transizione mettendo al centro l'occupazione". In piazza Prefettura a Bari ci sono le segreterie provinciali e regionali di Cgil, Cisl e Uil e rappresentanze dei lavoratori delle aziende che hanno annunciato esuberi e tagli, con striscioni e bandiere. "I numeri che ogni giorno sentiamo sono persone: Bosch 700, Magneti Marelli 500, Baritech 150 – dice Franco Busto, segretario generale Uil Puglia – , non possiamo ridurre il lavoro a numeri e i lavoratori a merce di scambio. La politica deve intervenire in maniere pesante insieme ai sindacati". "Non abbiamo più voglia di subire i numeri drammatici sulla perdita dei posti di lavoro – ha detto Gigia Bucci, segretaria generale Cgil Bari – . Vogliamo lanciare un nuovo protagonismo su questo territorio e un patto sociale per il lavoro. Pensiamo che Bari abbia tutte le carte in regola per governare questo processo di transizione, cercando di fissare condizioni certe rispetto all'equità sociale e alla giusta distribuzione delle opportunità. Le transizioni invece oggi stano solo determinando esuberi, perdita di posti di lavoro". "Abbiamo bisogno di capire come verranno gestite le risorse del Pnrr – aggiunto Giuseppe Boccuzzi, segretario Cisl Bari – , affinché si incanalino verso investimenti duraturi, efficaci e strategici che possano dare più occupazione".

sabato 5 Febbraio 2022

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Franco
Franco
2 anni fa

Vabbè ma i sindacati si sono dimenticati di dire che i tagli al lavoro sono causati da scelte improvvide di politica (e finanza) nazionale ed europea. La cosiddetta transizione ecologica pur finanziata con miliardi di euro porterà disoccupazione in tutto il settore auto.