Polemica nazionale per la cosiddetta “Giornata dello schiaffo“. L’iniziativa è stata ideata da Direzione Italia per venerdì 10 novembre in segno di protesta per le politiche sanitarie della Regione Puglia.
La polemica è sorta per il manifesto, raffigurante il presidente della Regione, Michele Emiliano, colpito da un sonoro ceffone. Un disegno che ha scatenato la dura presa di posizione di alcuni parlamentari del Partito democratico, autori di un’interrogazione parlamentare.
Ginefra, Grassi, Boccia, Bordo, Capone, Castricone, Chaouki,
Losacco, Mariano, Marroni, Massa, Mongiello, Pelillo, Taranto, Valiante,
Ventricelli e Vico hanno scritto al ministro degli Interni, Marco Minniti: «Quando il diritto di critica e di libera manifestazione del
pensiero supera il suo limite giuridico trasformandosi in una
manifestazione che rischia di provocare violenze a cose e persone,
sfocia nell’abuso di quel diritto».
«Chi ci conosce
sa che attribuirci la patente di “istigatori alla violenza” ci fa sorridere, ci
delude, invece, constatare che il Pd, partito di maggioranza che governa la
Regione e l’Italia non si preoccupi di smontare le motivazioni della protesta,
ma si impegni nella critica “artistica” del nostro manifesto con il solo
intento di voler spostare l’attenzione dai problemi veri a una polemica che
obiettivamente troviamo solo pretestuosa, forse, perché è il caso di dire che
sulla Sanità li abbiamo “colpiti” (sempre metaforicamente) sul vivo!». Così il presidente del gruppo regionale e il coordinatore e consigliere
regionale, Ignazio Zullo e Francesco Ventola, nella
replica all’interrogazione.
Replica anche il segretario di Direzione Italia, Raffaele Fitto: «Suggerisco ai vertici del Pd
nazionale e regionale di pensare alle questioni serie e vere, come la sanità
allo sbando, che il nostro gruppo regionale pone all’attenzione
dell’opinione pubblica».