«Con dolore grandissimo ho accolto la notizia di Grasso. Grasso è una
delle poche figure, insieme al presidente della Repubblica, che ancora
mi colpiscono al cuore e mi danno un’idea del paese nella quale ho
sempre creduto. Il fatto che Piero vada via dal Pd è un colpo durissimo
per me. Lui è l’unico sopravvissuto di un’epoca terribile, un uomo
straordinario. Potete immaginare cosa è successo nelle ore successive
alla strage di Capaci e poi di nuovo quando uccisero Borsellino: avevano
ucciso i migliori di noi e lui fu uno di quelli che fece coraggio a
tutti e ci mise nelle condizioni di riprendere il cammino, eravamo
giovanissimi magistrati. Ancora quest’estate sono stato con lui a
presentare il libro che racconta la sua storia. La sua storia per me è il
Pd. Se qualcuno mette delle condizioni per le quali un uomo così deve
andare via mi viene un totale scoramento».
È quanto dichiarato questa mattina da Michele Emiliano, presidente
della Regione Puglia e leader di Fronte Democratico (Pd), durante Omnibus, trasmissione di La 7.
«Non ho condiviso nessuno degli ultimi passaggi – ha detto Emiliano a
proposito delle scelte dei vertici Pd -. Mi sto battendo da anni dentro
il Pd per invertire questa deriva».
Dichiarando di non condividere l’atteggiamento del Pd nella vicenda
Visco e sulla richiesta della fiducia sulla legge elettorale, Emiliano
ha dichiarato: «La mia cultura è istituzionale, ed è quella che prevale. In me e in
Grasso, prima dei partiti, prima della politica, ci sono le istituzioni,
la Costituzione, iI principio di lealtà. Non posso pensare che il
problema della politica sia stabilire se uno viene rieletto oppure no,
se trova un posto o no. Ho sentito le parole del capogruppo al Senato Zanda sull’offerta a
Grasso di una candidatura. Quella è la frase che mi ha rattristato di
più. Ma come si può pensare di tenere con sé un patrimonio come quello
rappresentato da Grasso, come si trattiene un qualunque peones al quale
si promette una candidatura in cambio della fedeltà?».
Rispondendo alle domande di Gaia Tortora, Emiliano ha ribadito: «Il
Pd è l’unico partito che ho votato in vita mia. Ero un ragazzino quando
Berlinguer veniva in piazza a Bari. Quando sono diventato sindaco la
notte sognavo di incontrarlo e dirgli che finalmente avevamo vinto a
Bari, e quindi sono rimasto attaccato a quelle idee e oggi cercherò di
capire in che modo si possa proseguire. Sto facendo tutti gli sforzi
possibili per costruire dentro il Pd una comunità che, pur con idee
differenti, sia unita da un patrimonio di regole e condotte comuni.
Evitare che questo grande patrimonio ideale sia disperso e il Pd diventi
un partito personale è il motivo per cui continuo a battermi e
continuerò a farlo, ma sinceramente è sempre più dura».
«Avrei dovuto lavorare alla preparazione della conferenza
programmatica, ma non c’è stata mai la possibilità di riunire questo
gruppo con il segretario. Quindi la conferenza programmatica di domani,
come le direzioni e gli altri momenti del partito, è tecnicamente un
salto nel buio. Noi non abbiamo la minima idea di quale sarà la sintesi
che il segretario farà domenica e fare politica cosi è difficile. Mentre
vedo che Verdini ed altri riescono a concertare con il segretario del
Pd tutte le mosse del partito molto più di quanto possiamo fare noi. Verdini è semplicemente l’esponente di un gruppo che si inserisce
nelle istituzioni per fare i propri interessi politici, servendo ora
questo, ora quell’altro, perché ha una propria visione del paese.
Verdini ha confessato di averla scritta lui la legge elettorale. Mi
chiedo come faremo la campagna elettorale. Indicheremo un premier? Dei
punti programmatici? L’identità politica del Pd come la ricaviamo dentro
un sistema elettorale che non consente ai cittadini di scegliere né le
persone né i programmi? Con l’Italicum sapevi con chiarezza chi era il
capo di coalizione. Ora non solo non scegli i deputati ma neanche la
leadership. È obiettivamente una situazione disastrosa che rischiamo di
pagare elettoralmente».
«Sono uno che non molla mai e combatterò fino all’ultimo per
ricostruire la sinistra del paese e il centrosinistra. Un modello di
governo che ha cambiato la storia della regione Puglia e di tante città
che governiamo bene. Siamo un punto di riferimento del Mezzogiorno. Può
essere che questa formula di governo serva anche al Paese? Proverò a
ricucire i rapporti con Mdp. Anche se è inconcepibile che D’Alema, che
evidentemente non vuole questa ricucitura, attacchi in quella maniera
Gentiloni. Gentiloni ha mostrato, proprio in queste ore, di sapersi
sganciare da Renzi e potrebbe essere una figura di riferimento. Ma non
servirebbe allo scopo di D’Alema, che non è quello di ricostruire il
centrosinistra ma di ritornare, lui, al centro della partita».