Spalla

Se O’Leary si mette al banco del check-in

Elena Albanese
​Il caos Ryanair, la cancellazione di voli e di rotte fino al marzo prossimo, la migrazione di piloti e personale di bordo verso altre compagnie aeree... Tutta colpa del calendario gregoriano
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Se c’è una certezza, è che Ryanair ha democratizzato il diritto a viaggiare, rendendo i voli internazionali accessibili a tutti. E di questo non si può che renderle merito, pur biasimando la malsana usanza dei neofiti di applaudire all’atterraggio per lo scampato pericolo, forse temuto a causa di prezzi fin troppo bassi.

Eppure quella stessa compagnia che ci ha permesso nel corso degli anni di conoscere luoghi, di incontrare persone, di raggiungere facilmente familiari e amici, oggi ci abbandona parzialmente. Tutta colpa del calendario gregoriano.

«Noi non possiamo viaggiare più di 900 ore all’anno, che prima per Ryanair iniziava il 1° aprile e terminava il 31 marzo – ci racconta una hostess pugliese che vive e lavora a Dublino -; ma adesso le è stato imposto dalla Iaa (Irish aviation authority) di rispettare il calendario gregoriano. Questo ha fatto sì che entro il 31 dicembre dovessimo smaltire molti giorni, perché dal 1° gennaio ripartirà l’anno nuovo.

Tutto il network si è ritrovato a prendere ferie in un periodo ridotto e a concentrarle in questi mesi. Dopo cinque giorni lavorativi, noi cabin crew riposiamo i tre successivi, mentre i piloti quattro. Se a questi quattro “agganci” le ferie, ovviamente ci sono ripercussioni su tutto il sistema».

Loro stessi sono «stati informati di quanto sta accadendo dai media. Alcuni di noi sono solo stati chiamati dalla compagnia e informati di non dover più operare alcuni voli: ci hanno messi in homestandby».

Quello che si è generato è stato – ed è tuttora – un periodo di caos e grossi disagi per i passeggeri, che si sono visti cancellare viaggi già prenotati e pagati. A chi li richiede la compagnia sta procedendo con i rimborsi – circa 700mila quelli già effettuati – o con la riprotezione su altri voli. Oppure – secondo una notizia diffusa nei giorni scorsi – offrendo un mezzo di trasporto alternativo, come un treno, un autobus o un’auto a noleggio. Forse la dirigenza Ryanair ha preso spunto dalla coppia di italiani, residenti in Germania, che aveva programmato il matrimonio in Puglia e che, dopo l’annullamento del volo, ha raggiunto la cittadina sul mare a bordo di un furgone, insieme a testimoni e invitati, in un viaggio durato ben due giorni.

Inoltre, da novembre prossimo e fino a marzo 2018, su una flotta complessiva di 400 mezzi, ne voleranno 25 in meno. «Riducendo la programmazione in modo pianificato e controllato, Ryanair eliminerà ogni rischio di ulteriori cancellazioni», scrive la compagnia sul proprio sito.

Di fondo, però, c’è però anche un certo malcontento nei dipendenti, la maggior parte dei quali sono assunti attraverso agenzie, addirittura alcuni come liberi professionisti. «È da un po’ di mesi che tanti piloti hanno lasciato Ryanair per andare a lavorare in altre compagnie che offrono una situazione migliore. Stessa cosa è accaduta ai cabin crew. Ma questi ultimi sono più facilmente sostituibili: basta attendere i colleghi provenienti dai nuovi corsi ed è risolto», spiega la nostra hostess.

Pare non preoccuparsi di questa emorragia l’amministratore delegato Michael O’Leary, che in conferenza stampa ha detto, riferendosi ai piloti, «They are very well-paid for doing what is a very easy job. We’re in an era now where the computer does most of the flying». («Sono pagati bene per fare un lavoro molto semplice. Siamo in un’era in cui il computer gestisce la maggior parte del volo», ndt).

Allo stesso tempo, O’Leary si è però rimboccato le maniche – anche solo per motivi promozionali – e si è posizionato in uno dei banchi del check-in all’aeroporto di Dublino a controllare i biglietti, per poi salire a bordo di un aereo insieme ai passeggeri, «che di certo non teme», come sostengono i suoi dipendenti.

E forse ha ragione lui, perché per quanto i viaggiatori «risentano della cancellazione dei voli, non ci sono stati episodi particolari di rabbia e nervosismo; alcune lamentele su attese o ritardi, ma quelli sono all’ordine del giorno.

I voli sono pieni, come lo sono sempre stati». Perché l’importante è viaggiare. Democraticamente.

martedì 3 Ottobre 2017

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