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Prostituzione minorile a Bari, Corsina Depalo: «Sbagliato generalizzare»

Nicola Palmiotto
La rferente di Eugema: «Scorretto affermare che il fenomeno riguardi esclusivamente rom»
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Una storia agghiacciante di prostituzione minorile.

È quanto purtroppo accade nel 2017 nei dintorni dello stadio San Nicola di Bari, una vicenda portata alla ribalta delle cronache nazionali da Nadia Toffa nell’ambito del servizio trasmesso da “Le Iene” domenica 19 marzo.

La Toffa, con la collaborazione di un complice armato di telecamera nascosta, ha documentato un fenomeno sconvolgente: adolescenti e bambini di etnia rom, anche in tenerissima età, offrono, a volta per pochi spiccioli, prestazioni sessuali nei confronti di adulti.

Dopo la denuncia delle Iene, che ha portato la vicenda all’attenzione dei servizi sociali del Comune di Bari e degli organi inquirenti, nei giorni scorsi intorno ai cosiddetti viali dell’orrore si è svolta una fiaccolata intitolata #stopallapedofilia organizzata da Unicef e Seconda Mamma.

In questa brutta storia è necessario però approfondire le dinamiche interne alla comunità rom. “Eugema onlus”, l’associazione della giovinazzese Corsina Depalo da molti anni si occupa di prevenire fenomeni di razzismo e intolleranza, ma anche di realizzare processi di alfabetizzazione e scolarizzazione di adulti e soprattutto donne, nonché del riconoscimento linguistico a livello nazionale della minoranza etnica rom.

Depalo, quanto è esteso nelle comunità rom il fenomeno della prostituzione minorile documentata da “Le Iene”?
«Presumo  non si tratti di un vero e proprio fenomeno ma piuttosto di un grave fatto episodico legato ad un circoscritto nucleo familiare. La vicenda si è verificata  in un contesto della periferia urbana con grandi spazi e un hinterland di case abbandonate, che alle grandi folle delle competizioni calcistiche alterna lunghi periodi di desertificazione incontrollata. Non è possibile affermare che la prostituzione minorile riguardi esclusivamente persone di etnia rom».

Qual è secondo lei la spiegazione di questo orrendo fenomeno successo a Bari? Perché nasce e come è possibile che continui senza che nessuno se ne accorga o tenti di porvi rimedio, anche all’interno della stessa comunità rom?
«Non si può generalizzare. L’etnia rom, culturalmente attribuisce valore all’infanzia,  anche se spesso la coinvolge nella pratica dell’accattonaggio. La prostituzione minorile  può trovare terreno fertile in tutte quelle situazioni in cui vi sono  comportamenti educativi e  stili di vita compromessi dalla povertà e dal facile guadagno».

Esistono delle responsabilità dello Stato?
«È evidente che la povertà e il degrado sono i prodotti di una società non sempre attenta e responsabile»

Quali sono a suo avviso le contromisure da prendere per potere affrontare e magari sradicare questo problema?
«Per quanto attiene le persone rom è necessario lavorare sul versante educativo e genitoriale, sulla scolarizzazione dei minori e degli adulti, monitorare e prevenire gli abbandoni scolastici, superare i campi come condizione abitativa e fornire opportunità di  vera inclusione delle comunità presenti sul territorio. Per quanto attiene la degenerazione dei comportamenti minorili, al di là delle condizioni etniche, occorre intervenire sostenendo le famiglie e il ruolo genitoriale con idonei strumenti pedagogici, anche per  prevenire abusi e violenze sotterranee che si consumano nella maggior parte dei casi proprio in ambito familiare».

giovedì 30 Marzo 2017

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