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“No” allo smembramento della Forestale. I sindacati: «La battaglia continua»

La Redazione
Da Milano a Roma, tre giorni di mobilitazione. Ieri incontro a Bari
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I sindacati del Corpo forestale dello Stato proseguono il loro stato di mobilitazione contro le ipotesi di soppressione e soprattutto di militarizzazione previsti dalla riforma della pubblica amministrazione.

Nella giornata di ieri i Forestali si sono riuniti in assemblea nel Palazzo Agricoltura sul lungomare Nazario Sauro per ribadire il "no" alla riforma del governo Renzi. L'iniziativa rientra in tre giorni di mobilitazione promossi a livello nazionale, con manifestazioni anche all'Expo di Milano.

«La militarizzazione forzata dei forestali – dichiarano in una nota le sigle Sapaf, Ugl-Cfs, Fns-Cisl, Cgil-Fp- Uil-Pa e Dirfor – comporterebbe una serie di restrizioni e limitazioni inaccettabili per chi, molti anni fa, ha scelto di intraprendere una strada di polizia ambientale e agroalimentare in una forza di polizia civile dove è preminente la peculiare attività di prevenzione ambientale. Per questo abbiamo indetto una serie di iniziative per contrastare lo scellerato progetto che stanno portando avanti i comandi generali dell'Arma dei Carabinieri e del Corpo forestale dello Stato».

Secondo le organizzazioni sindacali, «nonostante il testo della legge Madia (riforma della pubblica amministrazione, n.124 del 2015) preveda il riordino delle funzioni di polizia ambientale e agroalimentare in conseguenza della riorganizzazione dei forestali e solo eventualmente l'assorbimento in altra forza di polizia, si susseguono incontri e riunioni sul progetto di assorbimento del Corpo forestale dello Stato da parte dell'Arma dei Carabinieri che è sostenuto dal Governo e dai rispettivi comandanti, ma non condiviso dal 98% degli appartenenti, secondo il sondaggio interno che abbiamo promosso».

Le sigle ricordano di avere il consenso «delle associazioni ambientaliste ed animaliste, di magistrati, della società civile e degli addetti ai lavori, che hanno lanciato al governo ripetuti ed accorati messaggi di forte preoccupazione. La nostra battaglia continua».
 

giovedì 15 Ottobre 2015

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