Politica

Caso Procacci, Minervini attacca: «Pronti a sospenderci dal Pd se non dimetterà»

La Redazione
Il nome del figlio dell'ex senatore sarebbe comparso in un'inchiesta sui concorsi italiani nelle facoltà di Giurisprudenza. La replica: «Non pensavo che arrivassi a tanto. La mia vita pubblica sempre esemplare»
scrivi un commento 342

Un caso agita il Partito democratico pugliese a meno di un mese alle primarie, che il 30 novembre designeranno il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione.

Negli atti di un'inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza sui concorsi italiani nelle facoltà di Giurisprudenza – si legge sulla Repubblica – sarebbe spuntato il nome di Pasquale Procacci, figlio dell'ex senatore del Partito democratico, Giovanni Procacci, oggi dirigente regionale del partito di Renzi. Il caso riguarderebbe una prova per un dottorato di ricerca in Diritto pubblico.

Procacci junior, a quanto si apprende, non sarebbe indagato. Ma la notizia dell'inchiesta ha provocato l'indignazione di Guglielmo Minervini, assessore regionale alle Politiche giovanili e trasparenza, e candidato alle primarie.

«Pronti a sospenderci dal Pd se Procacci non rimetterà il suo incarico e se Emiliano, da segretario regionale, non sia lì a pretendere le sue dimissioni da coordinatore della segreteria». Netta la sua presa di posizione.

«I fessi» è il titolo del post pubblicato sulla sua pagina Facebook. «È evidente – commenta Minervini – che i fessi siamo noi che abbiamo educato i figli sostenendo che nella vita si cammina in piedi. E che contano la fatica, l'impegno, il merito, l'onestà. E che solo quando ti conquisti un risultato con le tue forze, allora senti il profumo della libertà».

«È evidente che il fesso sono io – rincara la dose Minervini -. Dieci anni assessore regionale, nientepopodimeno, e una figlia a Milano ancora a sbattersi in giro, con tutte le sue energie, per cercare uno stage non retribuito, dopo un lavoro precario in condizioni da sfruttamento».

«Quelle intercettazioni tra l'accademico e il coordinatore della segreteria regionale del Pd, l'uomo più vicino di Michele Emiliano, sono una ferita profonda – commenta -. Offendono il nostro popolo. Ovviamente non ci interessa il rilievo penale della vicenda ma esclusivamente i due nodi politici che solleva».

Minervini si appella alla «credibilità» della classe dirigente e alla «politica nel suo complesso».

«Procacci – attacca – dovrebbe avvertire il bisogno di togliere il Pd dall'imbarazzo dimettendosi dall'incarico di rappresentanza. Il segretario regionale spero glielo abbia chiesto. Altrimenti ci sospenderemmo noi dal Pd. Su questo punto non si transige. Non si può transigere. Sulle questioni di fondo non si bara».

La risposta a Minervini non tarda ad arrivare e, come consuetudine di questi tempi moderni, ha per piazza il mondo virtuale dei social network.
È lo stesso Procacci a prendere parola e intervenire pubblicamente sulla bacheca Facebook dell'assessore regionale.

«Caro Guglielmo – scrive Procacci -, non pensavo che arrivassi a tanto, strumentalizzando una vicenda che non mi vede minimamente coinvolto nè sul piano giudiziario nè su altri piani semplicemente perché non sono assolutamente intervenuto nella vicenda, come del resto anche Repubblica Bari riporta».

«È possibile – si chiede – che un figlio di persona nota sia capace e meritevole? O per forza i suoi traguardi sono dovuti all'influenza dei genitori?».

«Anche un altro mio figlio – aggiunge – sta facendo concorsi e andrà lontano, come è già avvenuto in passato. Se su ciò che riporta Repubblica ci fosse stato un intervento dopo sei anni la magistratura non avrebbe indagato su di me? Non ricopro ruoli istituzionali, e nel partito coordino la segreteria. Non esiterei un attimo a dimettermi se questo non dimostrasse una mia qualche colpevolezza».

«Hai scritto la tua nota – commenta Procacci – dimenticando che la mia vita pubblica è stata sempre esemplare. Non sono mai stato sfiorato da nessuna ombra e tu conosci bene la mia onestà e la mia correttezza. Non hai esitato a cancellare anni di amicizia e di stima reciproca, per lucrare un po' di consenso in occasione delle primarie, toccando ciò che di più caro ciascuno di noi ha: i figli! È questo solo perché io sostengo Emiliano, dopo aver cercato di coinvolgerti in un progetto comune di partito, avendo avuto sempre tanta stima di te. In un momento di così grande sofferenza per un eccesso mediatico».
 

lunedì 3 Novembre 2014

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti