Attualità

Via Papa Pio XII, una via controllata in modo “particolare”

Laura Bienna
Rimozione per il gazebo del Bar Moderno
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Poggiofranco, quartiere residenziale della città, un tempo a due passi dal Policlinico, oggi sempre più esteso verso Santa Fara e la zona dello Stadio San Nicola. Un quartiere in cui il settore dell’edilizia continua a concentrare i propri investimenti, una zona in cui il verde è sempre meno e nascosto dai grandi palazzoni.

Una zona in cui la parte nuova si integra e si intreccia con la parte più storica, quella che si estende da via Mauro Amoruso a Viale Concilio Vaticano II. Ed è proprio in questa zona, quella anche più ricca di servizi, che commercianti e residenti hanno qualcosa da far sapere al primo cittadino. Da quando hanno posizionato il gabbiotto dei vigili urbani in via Papa Pio XII non si fa altro che vedere staffette di vigili urbani che fanno multe indiscriminate a chiunque osi parcheggiare anche solo per cinque minuti in doppia fila. Per carità i vigili urbani e gli ausiliari del traffico fanno il loro lavoro, ma non esiste solo questa via (e le vie limitrofe) da sorvegliare. Bari è grande, e ormai lo è anche il quartiere Poggiofranco. “Se ci deve essere tolleranza zero, che valga per tutti”  fanno sapere i commercianti della zona. Anche perchè un tale accanimento si sta riversando soprattutto sulle loro casse, dovuto al conseguente calo delle vendite.

Capofila di questa denuncia è Vito Scalera, proprietario dello storico Bar Moderno, situato proprio nel centro di via Papa Pio XII. Il suo sfogo è stato diffuso già su alcuni quotidiani nazionali, ma ad oggi non pare aver sortito alcun effetto. Lui, in realtà, lamenta due situazioni anomale.
La prima riguarda l’autorizzazione, avuta dalle Autorità, ad installare un gazebo fuori del suo locale. Un’autorizzazione che presentava sin dal primo momento una stranezza: ovvero la clausola di subordinazione ad un termine, quello di un anno, allo scadere del quale l’esercente avrebbe appreso se la licenza sarebbe stata rinnovata o meno; “unico caso nella storia” – afferma Scalera.

Quando quel termine è giunto, nonostante le promesse di rinnovo e le rassicurazioni avute, il commerciante è venuto a sapere del ritiro della licenza. Un errore, insomma: ‘quel gazebo non va bene e va sostituito con altro a norma’. Una risposta che non è andata giù a Scalera il quale, oltre ad aver speso la somma di 25 mila euro, ora persi, si era anche impegnato, nell’anno trascorso, a prendersi cura delle aiuole e del verde pubblico della zona antistante la sua attività. Tutto a proprie spese. E aveva addirittura ampliato il personale, assumendo, in un periodo di crisi, due persone, ora licenziate, a cui se n’è aggiunta un’altra ancora. Tre licenziamenti nel giro di soli sei mesi.

“Il tutto è avvenuto con il compiaciuto consenso delle Autorità – afferma – e anche le promesse di agevolazioni che ho ricevuto sono documentate e depositate agli atti. Ma, vedasi il caso Punta Perotti, si sbaglia spesso e a pagare siamo noi cittadini e lavoratori”. Questa volta la dimenticanza e inaffidabilità rispetto alla parola data peserà però solo sull’esercente.

Ma non è tutto: oltre il danno pare, infatti, che la vicenda nasconda una beffa in quanto altri locali della zona e del centro cittadino continuano a esporre i loro bei gazebo senza che le Autorità sembrino particolarmente interessate a invitare, con la medesima sollecitudine, i titolari a rimuovere i padiglioni esterni non a norma. “Sia chiaro, non ho nulla contro i colleghi – precisa Scalera – anzi, chiedo scusa se li chiamo in causa ma io sono vittima del classico due pesi e due misure”.

In effetti, quello presentato dal commerciante esasperato è un vero e proprio dossier di locali i cui chioschetti all’aperto sono in bella vista, mentre di vigili sventolanti il famigerato ‘decoro urbano’, non v’è ombra.
“Invece di mandare i vigili con l’ordine tassativo di multare cittadini e invece di autorizzare nuovi piani regolatori che prevedono nuovi esercizi commerciali, si dovrebbero creare sinergie con cittadini e commercianti. Forse così avremmo un a Città moderna e non da Medioevo”, conclude Scalera.

A rendere più forte il grido di protesta contro la tolleranza zero adottata in via Papa Pio XII ci sono ovviamente anche tutti gli altri esercenti, tra cui il proprietario di una gioielleria, e la proprietaria di un negozio di articoli per bambini, che lamentano una grossa disparità di trattamento rispetto ad altre zone vicine ricche di attività commerciali, quali Via Camillo Rosalba, e la nuovissima Piazza Caccuri.
“E poi – fanno sapere – le istituzioni locali, specie il presidente di Circoscrizione, non si è mai interessato alla vicenda, pur essendo stato spesso da noi sollecitato”.

venerdì 7 Dicembre 2012

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egidio tomasicchio
egidio tomasicchio
11 anni fa

Caro amico, se Bari non si libera al più presto di questa giunta, chiuderanno tutte le attività commerciali. Dopo voglio vedere come pagheranno tutti gli assistiti dal comune, con i nostri soldi, questi novelli Robin Hood.

doomenico busk
doomenico busk
11 anni fa

Io penso che più delle istituzioni: chi le ha creato più problemi sono i cittadini stessi che con la doppia terza quarta fila sono arrivati dall’altra parte dell’isolato a parcheggiare, cioè quella chiamata sosta selvaggia.se. ci fosse stata più educazione stradale invece che un indifferenza totale non credo che avrebbe avuto problemi nessuno … Questo e solo un mio pensiero perché quando io mi son trovato in transito su quella strada più volte ho evitato uno scontro frontale grazie a alle quadriple file antistanti proprio li ….

francesco traversa
francesco traversa
11 anni fa

fatevi un giro a poca distanza da papio XII e venite nella zona del mercato rionale di Santa Scolastica. Noi residenti ormai siamo prigionieri di questa struttura: Smog, puzza, fetore, rumori di traffico impazzito (soprattutto nella giornata del sabato), parcheggio selvaggio anche dentro il mercato,tracotanza e malcostume dei mercatali, latitanza o tolleranza delle forze dell’ordine.E il sindaco…..non risponde!!!!