Attualità

Palmento di Palese abbandonato al proprio destino

Gaetano Macina
I privati ottenuto l'ok del Comune procedano con la riqualificazione
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Il Devoto-Oli definisce palmento "un  luogo dove si pigiano le uve e per la fermentazione dei mosti". Di questi luoghi non ne esistono molti nella provincia di Bari. Tra quelli più famosi, almeno da un punto di vista storico, dalle nostre parti c’è quello di Bisceglie e quello di Palese. La differenza tra i due però è abissale in quanto a tenuta e conservazione.

Ambedue sono di proprietà privata. Quello di Bisceglie dal 1973 passò in eredità ad una certa  Donna Maria Consiglio che nel 2002 restaurò il palmento, riportandolo all’antico splendore. Quello di Palese fino a qualche anno fa era di proprietà della famiglia Capitaneo ed è stato sempre trascurato ed abbandonato all’incuria: oggi è ormai un rudere che rischia di crollare da un momento all’altro. Dai Capitaneo la proprietà è passata ad un gruppo di imprese interessata ad una lottizzazione nella zona adiacente con una promessa che il Palmento sarà salvato e ceduto alla comunità locale.

L’antico palmento di Palese, detto portico di Papapiccolo, situato nelle adiacenze di Piazza Capitaneo, continua ad essere “violentato” dall’immondizia e dai rifiuti che vergognosamente lo ricoprono per colpa di gente incivile che lo scambia per una discarica pubblica. L’unica novità di rilievo, in peggio, è la sua trasformazione in pubblico orinatoio e chi ci passa da vicino non può non avvertire il pungente puzzo di urina umana che da quel luogo si propaga tutto intorno.

Le innumerevoli denunce nel tempo di cittadini singoli e di alcune associazioni locali come Polis ed il Centro Studi Tradizioni Palesine, hanno solo avuto il merito di tenere alto il livello di attenzione sul degrado della struttura. Il vero problema da risolvere per il Portico di Papapiccolo è la sua conservazione in quanto trattasi di monumento storico-culturale che, insieme a quello di Bisceglie, è unico nel suo genere da un punto di vista architettonico almeno in provincia di Bari.

La sua conservazione per molti cittadini deve essere garantita indipendentemente dalla sua proprietà, privata o pubblica che sia. Le attuali leggi obbligano, anche attraverso incentivi statali, i proprietari privati a tutelare i beni culturali. Ad esempio, il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il “Codice dei beni culturali e del paesaggio ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137” in particolare l’art.12 e l’art.10 comma 4 recitano che tra i beni culturali da salvaguardare vi sono anche le tipologie di architettura rurale aventi interesse storico od etnoantropologico quali testimonianze dell'economia rurale tradizionale, e sotto questo aspetto il palmento di Palese rientra in questi parametri.

Ma di tutto questo pare che non importi a nessuno dalle nostre parti e specialmente al Comune di Bari, diversamente dal grande interesse privato e pubblico dalle parti di Bisceglie. L’unica speranza è legata all’iniziativa del ex-Vice Presidente della circoscrizione Vito Di Cillo che, a salvaguardia del monumento, ottenne l’impegno scritto della Domus Optima, una delle imprese sopracitate che realizzerà in zona una lottizzazione. Quest’ultima, con una lettera ufficiale, dichiarava che avrebbe donato alla comunità di Palese il portico e il suolo su cui sorge perché fosse fruibile al pubblico e tornasse ad essere un simbolo dell'ex frazione. L'impresa attendeva solo l'approvazione del piano di lottizzazione che ora è arrivata e quindi i cittadini si aspettano il mantenimento della promessa.

lunedì 3 Dicembre 2012

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