"Finalmente è chiaro lo scopo di questo governo. Non è riformare ma centralizzare, non efficientare i servizi ma tagliare le risorse".
L'assessore alle infrastrutture e mobilità Guglielmo Minervini denuncia così l'operazione che si è consumata con l’approvazione dell’ultima versione della legge di stabilità ieri alla Camera.
"Con la costituzione del fondo unico dei trasporti – spiega Minervini – ci sarà una centralizzazione delle risorse regionali per treni e autobus che fa fare, come ha detto il presidente Errani, un balzo di 20 anni indietro al servizio di trasporto pubblico locale. Con un rischio inedito: una volta portate a Roma le risorse che ora vanno direttamente nelle casse regionali è naturale attendersi che, nel percorso della loro restituzione alle regioni, siano destinate a subire tagli e ritardi.
Una prova emblematica? Ad oggi, e siamo a fine novembre, nemmeno un euro è stato ancora trasferito per il pagamento relativo al 2012 del contratto regionale di Trenitalia. E ancora oggi, non c'è certezza di risorse per l'anno in corso che finisce tra un mese. Pensavamo che fosse una contingenza eccezionale e invece il governo intende cronicizzare questa incertezza”.
Il nuovo testo sul trasporto pubblico locale accantona criteri di ripartizione storica dei fondi per mettere al centro il rapporto tra ricavi del traffico e costi dei servizi.
“È chiaro – evidenzia Minervini – che ci sono alcune linee che possono reggersi su un positivo rapporto di mercato ma in questo modo il governo sta smantellando la funzione di servizio pubblico del trasporto locale. Questa inversione dei criteri avrebbe come conseguenza un taglio secco dei servizi, in base al quale dovremmo chiudere, per non perdere nei parametri, tutte le linee minori in cui i collegamenti hanno anche una funzione sociale di ricucitura del territorio. Pensiamo alle aree del subappenino dauno: se passasse questo orientamento non avremo le risorse per finanziare la Celle-San Vito, ma ripercussioni si avvertirebbero su tutta la regione con la soppressione dei servizi festivi di Trenitalia. Questo naturalmente con effetti sulla revisione dei contratti di servizio e sui livelli occupazionali. Cosa che la stessa norma prevede espressamente. Tradotto: i treni non partiranno, molti lavoratori resteranno a casa.
“Insomma – conclude Minervini – indietro tutta. Proprio mentre in conferenza delle Regioni discutevamo la fiscalizzazione e regionalizzazione delle risorse per il trasporto pubblico locale. Siamo al contro-federalismo. Dai comuni e dalle regioni bisogna restituire competenza e responsabilità alle burocrazie ministeriali, Come dire tutte le strade portano di nuovo ed esclusivamente a Roma”.
Egregio signor Minervini, anche lei ed i suoi amici di merenda non avete per niente tenuto conto delle esigenze di 25 mila cittadini di Palese e Santo Spirito quando con un colpo di prestigio da Mandrake avete convinto il CIPE a spostare i 395 milioni di euro del nodo ferroviario di BAri per Bari Nord e Bari Sud solo a Bari Sud. Chi con giochi di prestigio colpisce degli stessi poi perisce