I militari del comando provinciale Guardia di Finanza, in esecuzione di un provvedimento emesso dal locale tribunale – sezione per le misure di prevenzione – su proposta della locale d.d.a., in applicazione della normativa vigente in materia di misure di prevenzione patrimoniali, che permette di “aggredire” i patrimoni di coloro i cui proventi sono chiaramente il frutto ovvero costituiscono il reimpiego di attività illecite –, hanno sequestrato beni immobili per un valore di circa 500 mila euro, riconducibili al noto Rizzo Davide, attualmente in stato di detenzione, che agli inizi del 2000 risultava essere a capo dell’omonimo sodalizio criminoso operante nel quartiere San Girolamo.
Le indagini patrimoniali che hanno condotto al sequestro, iniziate nel novembre del 2009, hanno preso a base le risultanze investigative agli atti della d.d.a. di Bari nei confronti di 10 esponenti del clan Rizzo, ritenuti responsabili di associazione mafiosa, omicidi eseguiti e tentati nonché di porto abusivo di armi comuni e da guerra.
Al fine di assicurare un’efficace azione di aggressione ai sodalizi criminali, a seguito delle indagini di polizia giudiziaria, i militari delle fiamme gialle attuavano complesse accertamenti di natura patrimoniale volti alla sottrazione dei patrimoni illecitamente accumulati dal Rizzo. più in particolare tali attività si sviluppavano attraverso:
– l’incrocio delle risultanze ricavabili dalle banche dati in uso al corpo, grazie alle quali è stato possibile tracciare un puntuale ed analitico profilo patrimoniale del soggetto indagato e dei suoi familiari conviventi;
– l’ausilio di sofisticati sistemi informatici (il noto applicativo “molecola” – elaborato dalla servizio centrale investigazione criminalità organizzata) che hanno consentito di evidenziare una netta sproporzione tra l’elevato tenore di vita del soggetto ed il reddito dichiarato da considerarsi sulla soglia della povertà;
– l’analisi delle risultanze investigative emerse dell’ambito dell’operazione “porpora”;
Le indagini poste in essere hanno consentito di accertare notevoli sproporzioni fra le fonti di reddito dell’indagato ed il cospicuo valore dei beni immobili nell’effettiva disponibilità dello stesso. E’ stato, infatti, appurato che a fronte di esigue dichiarazioni dei redditi, il Rizzo ha avuto la disponibilità di un cospicuo patrimonio composto dai beni immobili posti sotto sequestro costituiti da un appartamento sito in bari (lungomare ix maggio n. 10) e dal relativo box auto per un valore complessivo di circa 500 mila euro.
Con il sequestro operato nel corso di quest’indagine in applicazione delle misure di prevenzione patrimoniale antimafia, viene confermata l’attenzione costantemente rivolta dalla magistratura e dalla guardia di finanza all’accumulo di patrimoni di derivazione illecita, sottratti alla disponibilità di soggetti apparentemente indigenti, ma, di fatto, in possesso di beni di valore sproporzionato alla loro disponibilità reddituale.
Il g.i.c.o. del nucleo di polizia tributaria di bari, nell’ambito dell’attività di contrasto alla criminalità organizzata, dal 1° gennaio di quest’anno, ha sottoposto a misure cautelari, in forza delle vigente normativa antimafia, beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore pari a circa 120 milioni di euro.