"Per me è un momento di felicità. Sono stato in questi anni usato come contraltare per le più scandalose inchieste che hanno coinvolto un pezzo di ceto politico verminoso. Io sono una persona perbene ed è stato per me bere un calice amaro. L'ho fatto con rispetto nei confronti della giustizia, un rispetto dei confronti della Procura della Repubblica". Sono state queste le parole del presidente della regione Nichi vendola dopo l'assoluzione dall'accusa di abuso d'ufficio, capo che gravava anche sull'ex DG Lea Cosentino, ribattezzata Lady ASL.
"Ho vissuto un'intera vita sulle barricate della giustizia e della legalità Oggi mi è stato restituito questo – ha aggiunto Vendola – quello che avevo deciso era sincero. Non avrei potuto esercitare le mie pubbliche funzioni con quel sentimento dell'onore che è prescritto dalla Costituzione. Mi sarei ritirato dalla vita pubblica. Per me non era e non è mai in gioco soltanto una contestazione specifica rispetto a cui penso di poter documentare l'assoluta trasparenza dei miei comportamenti".
Sulla notizia si è espresso anche il Sindaco Michele Emiliano: “Ho appena telefonato al presidente Nichi Vendola per congratularmi per la sua assoluzione ed ho trovato all’altro capo del telefono un uomo sicuramente provato dalla vicenda, ma consapevole che la vita pubblica è piena di inaudite amarezze e di pesi che sembrano insopportabili. Non un cenno di disappunto, solo senso di sollievo per il buon funzionamento della macchina della giustizia. Questo atteggiamento del presidente è di insegnamento per tutti coloro che devono sopportare il peso di un accertamento giudiziario e che hanno la coscienza a posto. Anche in questo la Puglia si dimostra un luogo diverso dal resto d’Italia, nel quale i suoi leader accettano le regole del processo, si fanno processare senza strepito e, soprattutto, tengono atteggiamenti non trionfalistici dopo essere stati assolti. A livello personale non posso che dirmi sollevato per il rapporto di amicizia che ho con Nichi Vendola, ho sempre sostenuto che una persona come lui non poteva essere coinvolta in un evento criminoso”.
I cittadini sono sfiduciati e disgustati dalla attuale classe politica, e ultimamente questo leit motiv gira sulla bocca di tutti e su tutti i media. Quello che però non si dice è che abbiamo una giustizia inefficace, voluttuosa e incerta. Se ci fosse una buona giustizia probabilmente ci sarebbe meno malapolitica.
Non capisco tutta questa felicità! L’assoluzione “perchè il fatto non sussiste” , equivale alla vecchia assoluzione per “insufficienza di prove”. Dunque, le prove non sono state sufficienti per una condanna e, tenuto conto del nostro sistema “garantista”, di fronte ad una dubbia colpevolezza e una dubbia innocenza, si propende per l’innocenza e l’assoluzione. Per essere totalmente estraneo ai fatti, la formula che non lascia dubbi è ” ASSOLTO PER NON AVER COMMESSO IL FATTO” . Fra le due formule c’è un abisso morale e giuridico. Pertanto, meno trionfalismi per presunte INNOCENZE non dimostrate pienamente per chi ha distrutto – unitamente al suo compare Fitto- la sanità pugliese, cancellando ospedali che funzionavano dal 1300, in città di 60.000 abitanti e che oggi, in quella stessa città, non c’è nemmeno un PRONTO SOCCORSO, con tutte le conseguenze che si possono immaginare, unitamente a vite andate per mancanza di pronto intervento e assistenza…basta questo per condannare Vendola!