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Piscine Comunali: soluzione interna, perché no?

Pasquale Amoruso
Il CUS Bari tentenna, Laforgia non accetta le condizioni
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In via Maratona si continua a lavorare per riaprire il prima possibile le Piscine Comunali, centro della vita natatoria ma soprattutto pallanuotistica dell’intera Puglia. Dopo la delibera del 5 settembre scorso si credeva che la soluzione fosse ad un passo: chiavi dell’impianto che passavano dalla Polisport, società uscente, al CUS Bari per 17 mesi il tempo di cercare una soluzione definitiva. In pratica si cercava di guadagnare tempo e nel frattempo non abbandonare e svalutare quello che è considerato il “tempio” della pallanuoto barese.

Fin qui tutto bene se non fosse che i matrimoni vanno celebrati tra due persone che si amano. Ma l’amore tra le Piscine Comunali e Renato Laforgia, presidente del CUS Bari, sembra non essere sbocciato almeno alle condizioni imposte dal Prete, pardon dall’assessore Elio Sannicandro e dalla giunta comunale. Così Laforgia: <<Noi non abbiamo partecipato alle due gare per l'affidamento indette dal Comune perché non abbiamo ritenuto congrue le condizioni del capitolato d'appalto. Ci sono stati dei contatti con l'assessore Sannicandro ma a queste condizioni, con un affidamento di 17 mesi dell'impianto non ha senso. Ci si vuole affidare le Piscine Comunali alle stesse condizioni del bando al quale noi non abbiamo partecipato>> (fonte go-bari.it).

Tutto chiaro: una gestione di 17 mesi è impensabile per costruire un “progetto” che possa chiamarsi tale.
Mentre i vertici della politica, seduti a tavolino, studiano a chi affidare la gestione dell’impianto, i dipendenti, con in mano scopa e bidoni tra una ramazzata e una lavata dell’impianto, sono lì in Via Maratona a protestare contro chi non permette l’inizio dei lavori. Ed ecco le parole di Alessandro Martorelli, storico direttore sportivo dell’impianto (non vogliamo chiamarli ex come si userebbe tra una coppia divorziata che non si ama più) che dalle pagine di facebook lancia la soluzione più sensata e coraggiosa

<<Io penso che una gestione congiunta tra Comune ed ex-dipendenti della Polisport riuniti in cooperativa per la riapertura in tempi brevi dell'impianto sia fattibile. Conosciamo le piscine come nessun altro per tutti gli anni che abbiamo vissuto allo stadio del nuoto. Conosciamo i punti deboli della struttura ma, soprattutto , conosciamo le potenzialità sportive e non dell'impianto. I miei colleghi ed io siamo fermamente convinti che questa strada sia percorribile e potrebbe essere per noi e per il Comune una sfida verso coloro che affermano che la piscina fa "acqua" da tutte le parti e chi lo dice lo fa soltanto per il suo interesse probabilmente. Certo, deve essere migliorata nel tempo, ma questo vale per tutte quelle attività che mirano ad andare avanti, offrendo prodotti e servizi validi e che non si adagiano su allori del passato. Una cooperativa di ex dipendenti è legalmente fattibile coadiuvata dal Comune sotto certi aspetti che esulano dalle nostre competenze ed esperienze, ma a questo si può rimediare, bisogna creare le giuste sinergie. A volte non basta avere titoli, esperienza e soldi per avere successo, ci si può rendere conto come queste tre caratteristiche non hanno salvato le piscine comunali passata gestione (ma non sono gli unici gestori in questa situazione). Noi lavoratori al momento oltre la nostra professionalità abbiamo un’altra risorsa da investire e che non si può quantificare in euro. Si chiama "coraggio", voglia di fare bene, di misurarsi in una nuova realtà lavorativa che ci coinvolge molto di più per la responsabilità che comporta questa impresa. Forse qualcuno che si può permettere "soldi fritti a colazione" riderà di queste mie affermazioni ma a questo qualcuno di mia conoscenza i "soldi fritti" non sono serviti a molto. Sicuramente hanno molti più soldi di noi ma forse non hanno tutto quel coraggio e senso di sacrificio necessari per portare a termine un impresa. Chiedo al signor Sindaco, all'Assessore allo Sport e a tutta la giunta comunale, di ascoltare le nostre proposte, di discuterne insiemi a professionisti del settore da noi contattati e se possibile investire sul nostro coraggio (che non significa essere avventati o aver fatto male i conti o cecare di fare i furbetti con le disponibilità altrui), sul nostro volerci misurare con una nuova realtà, sul voler essere noi stessi artefici del nostro futuro lavorativo. Spesso si quantifica tutto, a volte troppo, ma ci sono qualità che non possono essere quantificate, ma che hanno la capacità di moltiplicare le quantità. Credete in queste qualità e credo fermamente che ne deriverà anche un guadagno "quantitativo". Forse questo nostro coraggio, e non presunzione, potrebbe essere il fattore decisivo per la riapertura delle piscine comunali, non sottovalutatelo>>.

lunedì 17 Settembre 2012

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