Cronaca

Bari, “il penitenziario va chiuso!”

La Redazione
Inadeguato per requisiti tecnici, strutturali e qualitativi
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Il carcere di Bari andrebbe chiuso subito: inadeguato per requisiti tecnico-strutturali e per la sua capacità ricettiva che è tarata per ospitare la metà dei detenuti presenti. E la situazione non è migliore per il personale e gli agenti di polizia penitenziaria i cui lodevoli sforzi meriterebbero ben altro tipo di trattamento e di riconoscimenti. Le condizioni di detenuti e personale del carcere di Taranto è pressoché analoga. In un perdurante quadro di gravissima criticità non si sa che fine abbiano fatto le cospicue risorse economiche destinate dal Governo Berlusconi all'edilizia carceraria, ma si sa che l'organico del personale che già oggi è inadeguato andrà incontro agli ulteriori tagli previsti dalla recente spending review. E allora credo ci si debba orientare verso l'indulto: sarà pure il segno della incapacità dello Stato, ma resta ormai l'unica strada percorribile per superare un’emergenza strutturale che espone il nostro Paese a ripetute condanne della Corte di Giustizia europea. Contestualmente va messo in ristrutturazione il sistema normativo che disciplina le politiche penitenziarie dando piena attuazione alle misure alternative alla pena detentiva, anche per i soggetti in attesa di giudizio, che raggiungono il 40% della popolazione carceraria”.

E’ quanto sostiene in una nota il sen. del Pdl, Luigi d’Ambrosio Lettieri, segretario della Commissione sanità di Palazzo Madama, che ieri si è recato in visita, come ogni anno a Ferragosto, nei penitenziari di Bari e Taranto.

“Non si tratta di una passerella ferragostana, ma di un doveroso impegno di parlamentare e di cittadino”, afferma, “Ancora una volta siamo costretti a toccare con mano un quadro sconsolante e vergognoso di un luogo dove scontare la pena che anziché svolgere una funzione rieducativa si trasforma paradossalmente in una sorta di ‘discarica umana’. Non si può vivere in una cella di pochi metri in 14 persone, non si può vivere in una vergognosa condizione di promiscuità che annienta la pur minima  parvenza della dignità, non si può vivere in ambienti così ristretti e inadeguati dove anche il caldo asfissiante di questi giorni diventa un ostacolo insormontabile”.

Dal carcere si esce, una volta scontata la pena”, conclude il senatore del centrodestra, “e quando si esce non si è restituiti alla società, migliori di quando si è entrati. Sovraffollamento e inadeguatezza degli ambienti sono le facce di una stessa medaglia che porta all'Italia ad un triste primato di inefficienze, ritardi e diritti negati. Se poi si mettesse il naso negli alloggi destinati al personale della polizia penitenziaria avremmo un quadro ancora più desolante ed allarmante”.

giovedì 16 Agosto 2012

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