In armonia con i capricci metereologici esce in libreria Afa, il nuovo libro di Marco Rufini edito da Edizioni e/o.
Ambientato in una torrida estate di Rimini, l’opera narra la storia di Franco, un magistrato in pensione. La solitudine dopo la morte della moglie, lo spietato marketing vacanziero, il rapporto madre/figlio sono i temi principali del libro. Una tappa della vita nella quale il protagonista si ferma a riflettere su ciò che è stato. Un turbine di emozioni contraddittorie esplodono dirompenti: la nostalgia per la sua compagna ed il desiderio di averla ancora accanto, l’odio per la Rimini che lo circonda ed allo stesso tempo il rimpianto della sua giovinezza, l’amore per la madre e l’amarezza di averlo scoperto troppo tardi. "Afa è la metafora dell’assedio, di tutto ciò che soffoca l’uomo", commenta Marco Rufini, "dobbiamo difenderci da soli da quest’afa. L’unica cosa che può salvarci è l’identità, il recupero della memoria".
Alla domanda di Gennaro Nunziante se il personaggio è nostalgico o semplicemente ha paura di ciò che sta per arrivare l’autore afferma, in maniera ironica, che non sapeva quello che scriveva. Poi aggiunge la sua volontà di recuperare il senso prospettico, tutto ciò che prescinde dall’individuo ed è legato alle radici.
Nunziante commenta positivamente il libro e ne sottolinea il percorso creativo, la scrittura senza tempo che non risente della modernità.
Il libro si conclude con un punto interrogativo. All’afa però, segue il temporale insieme a qualche sprazzo di speranza. Ancora una volta, come nella vita, Marco Rufini non dimostra un animo arrendevole. Nonostante la sua asocialità e il suo “anaffettivismo” come si autodefinisce, trasmette sensazioni coinvolgenti che celano la sua identità di uomo prima, di scrittore dopo.