“C’è la necessità di ricostituire un patrimonio pubblico immobiliare dei comuni, che si rivolga ai soggetti sociali più deboli”. Il Ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, a Bari per la firma dell’accordo di Programma Quadro sui Contratti di quartiere II, annuncia una nuova fase della politica abitativa, che parte dalla “risoluzione della situazione passata e dalla programmazione futura”.
L’accordo, siglato nella sala Di Jeso del palazzo di Presidenza della Regione in presenza del Presidente Vendola e di tutti i sindaci dei comuni, prevede un finanziamento di 85.867.000 di euro in favore di 17 comuni pugliesi per la riduzione del disagio abitativo. Ovvero, una maggiore dotazione infrastrutturale di alloggi pubblici all’interno di quartieri degradati connotati da un forte disagio occupazionale e da un’inadeguata offerta abitativa. “Si tratta di fondi bloccati in passato”, dichiara Antonio Di Pietro, “e che entro un anno al massimo daranno vita all’apertura dei cantieri”.
I paesi coinvolti sono otto in provincia di Bari (Mola di Bari, Grumo Appula, Acquaviva delle Fonti, Noicattaro, Noci, Alberobello, Molfetta e Ruvo di Puglia), tre nella BAT (Barletta, Trani, Bisceglie), tre nel foggiano (Lucera, Torremaggiore, Monte Sant’Angelo) e tre nella provincia di Lecce (Lecce, Galatone, Maglie). Ma il Ministro rivela anche le future mosse del Governo Prodi sulla questione abitativa.
Pilastro fondante la legge n. 9 del 2007, approvata a febbraio e che rivede completamente la normativa e le modalità di intervento. A partire dal 17 aprile, giorno in cui si riunirà il primo tavolo tecnico, composto dal governo, dalle regioni, dai comuni e dalle parti sociali, in cui “tutti potranno dire la loro. E’ un nuovo modo di gestire la politica abitativa. Dobbiamo uscire”, dice il Ministro delle Infrastrutture, “dalla logica di fare politica in modo soggettivo”.
Inoltre, la nuova legge prevede la creazione di una banca dati che esprima le diverse esigenze territoriali, fornita direttamente dai comuni interessati, e un ruolo decisamente più determinante e autonomo sulla faccenda dei comuni e delle regioni.
Bari, che non rientra nell’accordo dei Contratti di quartiere II, usufruirà, invece, di circa 3.800.000 di euro (2 milioni e mezzo finanziati dalla regione Puglia) per la realizzazione di 26 alloggi per sfrattati nel quartiere di Ceglie attraverso la sottoscrizione di un protocollo per le grandi aree metropolitane. Obiettivo, anche questo raggiunto dopo lo sblocco di altri fondi previsti da una legge speciale, che consentirà di costruire otto di questi alloggi secondo caratteristiche a risparmio energetico e tecniche bioarchitettoniche.
Particolarmente soddisfatta l’assessore regionale al territorio, Angela Barbanente, che da tempo sta lavorando sull’emergenza casa e che proprio negli ultimi giorni ha concluso una lunga serie di incontri con i comuni interessati attraverso l’Osservatorio regionale sulla condizione abitativa. “Il tema della casa”, afferma l’assessore, “l’abbiamo affrontato in una logica di pianificazione e concertazione con i comuni e non in maniera discrezionale, come è accaduto in passato. Attraverso la legge n. 9 abbiamo finalmente una sede di confronto anche con il governo”.