Attualità

Ipnosi alleata della medicina

Christian Montanaro
L'Ikos Ageform cura l'iniziativa
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Tradizionalmente si parla di ipnosi e si pensa a frasi ad effetto tipo "guardami negli occhi", o a personaggi come Giucas Casella.

Ma l’ipnosi è molto di più. E’ una scienza innanzitutto, riconosciuta in toto dal Sistema Sanitario Nazionale, come dimostra l’erogazione in regime ambulatoriale di questo tipo di prestazione da parte di un numero sempre maggiore di Asl disseminate sul territorio nazionale.

Per fare chiarezza in merito e fornire una panoramica quanto più esaustiva sul fenomeno, l’Ikos Ageform, l’agenzia di Formazione, Mediazione Sociale e Management, nonché Scuola quadriennale di Specializzazione in Psicoterapia e Primo Istituto di Programmazione Neurolinguistica e Comunicazione Strategica del Mezzogiorno, ha indetto gli scorsi 5, 6 e 7 maggio un corso di Ipnosi Clinica di 1° livello.

Ma che cosa è esattamente l’ipnosi e su cosa si basa il suo funzionamento?

Per saperlo occorre fare un salto indietro nel tempo. E’ stato provato che già gli Incas se ne servivano per anestetizzare i pazienti in occasione degli interventi di chirurgia cranica. Così come è stata parimenti dimostrata l’esistenza di una stele egiziana raffigurante un faraone intento ad ipnotizzare uno schiavo.

Il termine fu però coniato soltanto nell’800 dal medico scozzese James Braid, dal greco hypnos, che indicava il dio del sonno, figlio della notte, che si "divertiva" nell’Ade a rovinare il riposo dei comuni mortali, inserendo nei sogni di questi ultimi immagini irreali e fantastiche.

Ecco che allora, poco alla volta, l’ipnosi diventa quello strumento di comunicazione dell’uomo con la sua parte inconscia, che si determina mediante il raggiungimento di un particolare stato di coscienza (che non è il sonno, come si può essere portati a credere, ma uno stato di veglia semicosciente), detto stato di trance, nel quale si allentano i freni inibitori dettati dalla razionalità ed emergono le emozioni sopite o represse del paziente.

Oggi riguardo all’ipnosi se ne sa molto di più che in passato e se ne fa ricorso soprattutto per risolvere determinate patologie di natura psico – somatica. Malattie cioè che, pur evidenziandosi a livello fisico, hanno la loro causa scatenante nel cervello, e da lì si ripercuotono sul nostro corpo.

Dalle crisi di panico, al mal di testa. Da disturbi gastrointestinali, alla dipendenza dal fumo.

Attualmente tutto, o quasi, sembra poter essere curato con l’ipnosi.

Un tempo l’uso di questa tecnica era invece limitato ad alcune gravi turbe psichiche, come la depressione, l’isteria o la paranoia.

Basti pensare agli studi di Sigmund Freud, che, prima di dedicarsi alla tecnica delle libere associazioni mentali, curò i suoi pazienti proprio mediante l’ipnosi.

Nonostante da allora sia passato più di un secolo, c’è però chi ancora oggi crede che l’ipnosi sia una pratica pericolosa e che mediante essa non si possano ottenere risultati apprezzabili per il corpo e per la psiche.

In realtà, come spiega la dott.ssa Daniela Poggiolini, vicedirettore dell’Ikos Ageform, l’ipnosi non presenta effetti collaterali, ma, al contrario, determina un effetto rigenerante per l’organismo, apportando una cospicua riduzione degli ormoni dello stress, un aumento considerevole di endorfina e un sensibile potenziamento delle difese immunitarie.

Ciò che veramente importa è che tra paziente e terapeuta si instauri un rapporto empatico positivo, nel corso del quale non venga violentata la personalità inconscia del soggetto, ma addolcita e traghettata fino alla risoluzione del problema.

Sempre che ne sia possibile la soluzione, perché le tecniche di ipnotizzazione non sono valide per tutti, e così come si è tutti diversi, vi è un 30% circa di persone che non sono ipnotizzabili con i metodi tradizionali. Inoltre vanno tenuti in debito conto i casi di persone affette da schizofrenia, iperattività, o dipendenti da psicofarmaci, per le quali la terapia ipnotica potrebbe non portare ai risultati sperati.

Fortunatamente, però, non esiste un’unica tecnica di ipnosi, ma quattro diverse che consentono al terapeuta di volta in volta di scegliere quella che più si confà al paziente di turno.

All’ipnosi dinamica, che fa largo uso di segnali non verbali, e al codice simbolico – ipnotico, che utilizza simbologie archetipe comuni al linguaggio di ogni individuo, si affiancano le due principali ipnosi eriksoniana, che mira con un linguaggio apposito al rilassamento psico – fisico del paziente, e ipnosi simbolica – comunicazionale, più visiva e comportante l’uso di segnali non verbali per mandare in stato di trance il paziente.

Una seduta di ipnosi, comunque, a prescindere dalla tecnica, consta fondamentalmente dei seguenti passaggi logici : colloquio, stato desiderato, scelta della strategia, induzione ipnotica, conversazione di potenziamento, esercizi quotidiani.

La durata di una seduta è variabile da un minimo di 30 minuti ad un massimo di un’ora e mezza e il costo va dalle 70 alle 150 euro.

Fondamentali in una seduta ipnotica sono le regole della comunicazione strategica, ovverosia le chiavi di accesso di cui dispone il terapeuta per comunicare con l’inconscio del paziente.

Tutto in questo contesto ha un significato. Anche un movimento impercettibile del piede o del labbro.

Esistono cioè dei movimenti corporei che tutti noi applichiamo nella vita di tutti i giorni, ai quali non facciamo neanche caso, che rivelano il nostro gradimento o rifiuto inconscio per un discorso altrui o per la persona stessa che ci sta parlando.

Un mordicchiamento delle labbra o la deglutizione di saliva, per esempio, possono interpretarsi con ragionevole grado di probabilità come segnali di gradimento; le braccia conserte o una torsione delle labbra a destra o a sinistra, invece, dei rifiuti inconsci.

Ed è sulla scorta anche di questi piccoli segnali che un buon terapeuta deve saper interpretare il paziente che ha di fronte, secondo i dettami del rapporto della calibrazione, dello rispecchiamento, del ricalco e della guida, che lo pongono in un rapporto amichevole, di cooperazione mentale, con il paziente che si andrà ad ipnotizzare.

Ma ovviamente queste sono soltanto informazioni preliminari.

Il funzionamento tecnico di una ipnosi è un’altra cosa, e per far comprendere dal vivo in cosa esso consista, l’Ikos Ageform organizzerà nel corso di questo week-end un secondo corso di ipnosi clinica, al quale noi di "Barilive" naturalmente non mancheremo, informandovi prontamente di quanto apprenderemo in tal occasione, sperando che ciò che poi descriveremo possa risultare poi utile a quanti di voi intendessero decidere di affidare la risoluzione di un qualche vostro problema psico – somatico alla affascinante tecnica della ipnosi.

 

sabato 20 Maggio 2006

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