Cultura

San Nicola è un film

Alessandra Colucci
Grandi sforzi e niente soldi: così va il mondo da queste parti....
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Ancor prima di uscire nelle sale, appuntamento previsto per mercoledì 26 aprile, all’Armenise di Bari, “Nicola, lì dove sorge il sole”, il film che Vito Giuss Potenza ha dedicato al celeberrimo episodio della traslazione delle ossa del Vescovo di Myra, ha compiuto un primo, piccolissimo, miracolo: per l’anteprima dello scorso 20 marzo, è stato, infatti, scelto il teatro Piccinni, ed stata la prima volta, in assoluto, per la struttura di corso Vittorio Emanuele.
“Nicola, lì dove sorge il sole”, realizzato con il contributo del Gat (Gruppo Artistico Teatrale) e del Centro Studi Tradizioni Palesine, oltre ad una serie di altri partner, è un lungometraggio, girato in bianco e nero, che racconta, in maniera dettagliata e storicamente fedele, l’impresa compiuta dai sessantadue marinai baresi che, nel maggio del 1087, portarono a Bari, eseguendo le volontà del Santo, le sue reliquie.
Presentandolo, Vito Giuss Potenza, che ha iniziato a lavorare al progetto nel 2003, non ha nascosto l’emozione provata nel girare un film dedicato ad un tema così delicato, non solo per la storia di Bari, ma anche per quello che San Nicola rappresenta per i fedeli di Occidente ed Oriente. Pur avendo dichiarato di essersi ritrovato molto spesso a pregare sulla tomba del Santo, soprattutto nei momenti in cui la gestazione del film si è rivelata particolarmente difficile, Potenza ha cercato di dare al proprio lavoro un taglio prettamente storico, di raccontare, in tutta la propria verità, una vicenda di cronaca e di lasciar trasparire le emozioni, le sensazioni, i contrasti e la feroce “baresità” di chi quell’impresa volle e realizzò.
Una “baresità” resa particolarmente bene dalla scelta degli sceneggiatori di far recitare i baresi in dialetto. “Una forzatura – raccontano Antonio Garofalo e Luca Vessio, cinquant’anni in due, autori della sceneggiatura insieme a Potenza – che è stata utile al realismo dei dialoghi. Abbiamo lavorato su testi storici ma, al tempo stesso, abbiamo lasciato spazio alla nostra fantasia, nell’imbastire anche gli aspetti più privati delle vicende personali dei marinai”. Uno sforzo di scrittura reso ancora più grande dalla volontà di far emergere i contrasti che seguirono l’arrivo delle reliquie a Bari, con la regia dell’Abate Elia – che sarà l’assoluto protagonista dell’edizione 2006 del Corteo storico – e la dicotomia tra chi voleva che il Santo riposasse in Cattedrale e chi, al contrario, teneva fortemente alla costruzione della Basilica.
“Abbiamo lavorato gratis – hanno dichiarato i due giovani sceneggiatori – nel nome di una ricchezza nella povertà, sorretti da una fede incrollabile nel lavoro che stavamo facendo”.
Amichevoli dunque i contributi del cast tecnico e di quello artistico, costellato dalla presenza di volti noti a livello nazionale (Andrea Giordana è San Nicola, Moni Ovadia ha girato un cameo, Maurizio Nicolosi è Papa Urbano II e Paolo Sassanelli è il più celebre, televisivamente, tra gli attori baresi) ma anche a livello locale. Da segnalare la partecipazione di Vito Signorile, Cris Chapperini, Dante Marmone, Tiziana Schiavarelli, Nietta Tempesta, Mario Mancini e tanti, tanti altri.
Particolarmente interessante, infine, il tappeto musicale imbastito dalla colonna sonora. Il tema è firmato da Gianni Ciardo, che ancora una volta si dimostra un raffinato autore, e Gianni Giannotti mentre la colonna sonora è firmata, oltre che dallo stesso Ciardo, da Antonio Tuzza, un giovane cantautore barese, con alle spalle prestigiose collaborazioni, che non ha avuto alcun timore di “osare” e utilizzare persino la chitarra elettrica. In due mesi, Ciardo e Tuzza hanno lavorato su ispirazione e materiale girato, rielaborando il tema diverse volte e componendo musiche appositamente per le scene più significative. “Un lavoro fatto gratuitamente – rivela Tuzza – perché è stato comunque molto bello esserci”.
Il film patisce certamente alcune innegabili ingenuità, ma è un lavoro corale retto da un grande impegno, realizzato con sacrifici personali e con l’entusiasmo di un cast in larga parte molto giovane. Quello che maggiormente sorprende è la sua capacità – e non è facile quando si tratta un tema religioso – di non essere apologetico e di non presentare i marinai baresi come eroi senza paura, guidati da una mano superiore. E’ il racconto del fatto di cronaca che, al di là della fede e delle convinzioni di ognuno, certamente rappresenta il momento più importante della storia di Bari. Per questo, solo per questo, vale la pena andare a vederlo.

lunedì 24 Aprile 2006

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