Attualità

Serena Pasqua a tutti

Antonella Ardito
Il racconto dell'inviato al seguito...o meglio sotto il mistero più importante: Gesù Morto
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La settimana santa a Bari è un crogiuolo di tradizioni sospese tra sacro e profano.

Delle processioni del centro cittadino si sa tutto e anche di più, quindi voglio raccontarvi quello che accade in periferia, in particolare a Carbonara, IV Circoscrizione, una delle più grandi di Bari, che racchiude al suo interno tre identità paesane distinte: guai a scambiare i carbonaresi con i  cegliesi o viceversa con gli abitanti di Loseto: anche se in realtà questi paesi sono integrati a pieno titolo nella città, le antiche rivalità riemergono quando la sacralità del rito si fa forte, come nel caso del Venerdì Santo.
A Carbonara la tradizione della processione si perde nella notte dei tempi, ma da un paio d’anni a questa parte  si cerca di incrementare il numero dei misteri raffiguranti le ultime ore della vita di Cristo per eguagliare il numero della vicina Ceglie del Campo: quest’anno si è raggiunta quota 24, con la new entry del "Bacio di Giuda".

Tutti i complessi statuari sono piccole opere d’arte in carta pesta, alcune molto antiche, altre molto pesanti, di proprietà in massima parte di privati cittadini che organizzano tra il parentado le squadre che porteranno il mistero in processione per le strade del quartiere: la mattina del venerdì santo, aggirandovi per le viuzze di Carbonara potreste imbattervi nell’addobbo floreale dei complessi  e nei vari aggiustamenti dei veli di copertura, che spesso si trovano a far fronte al vento che nella tarda serata del venerdì immancabilmente tende a levarsi.

Solo gli uomini portano il mistero, le donne lo accompagnano di nero vestite o come nel mio caso, abbigliate da antico romano, con tanto di armatura, elmo e lancia: queste sono le giudee, così identificate dalla tradizione popolare le 10 ragazze che accompagnano Gesù Morto, o meglio la raffigurazione del Cristo deposto dalla Croce e che si avvia al sepolcro: da vent’otto anni ad occuparsi dell’allestimento e della custodia del mistero è l’Opera Pia di Venere, un ente pubblico che dopo la scissione dall’Ospedale Di Venere presta assistenza agli anziani soli e malati.

Da sempre le giudee attirano l’attenzione dei più piccoli, che le identificano con "quelle che hanno ucciso Gesù", ma quest’anno, dopo il lungo peregrinare dall’ospedale tra le auto parcheggiate nelle viuzze del paese per raggiungere la Chiesa del Patronato di Venere, i bimbi rimanevano piuttosto  affascinati dalle lance o dal volto esanime del Cristo e non impauriti.

Chi si mostra in Piazza sotto un mistero lo fa per devozione: difficile spiegare cosa significhi questo termine al giorno d’oggi, certo è che la processione dei Misteri a Carbonara diventa una sorta di catarsi collettiva: quando avviene l’incontro tra la Madonna Addolorata e il suo figlio ormai morto la folla applaude, piange a dirotto; quando un paio d’anni fa il parroco della locale parrocchia Santa Maria del Fonte cambiò l’ordine dei misteri relegando Gesù Morto all’ultimo posto, avvenne un’insurrezione popolare, con tanto di aggressione al prelato e di presa di posizione della "potente" Confraternita della Madonna Addolorata.

Hai i brividi quando nella piazza risuona il silenzio della tromba, e accompagni in uno strano movimento ondulatorio questa icona della morte che però già guarda alla resurrezione: testa bassa e occhi lucidi, il Cristo Morto incede lentamente e raggiunge la piazza della Chiesa Madre: troppa confusione, e un parroco ormai autorelegatosi sul terrazzino prospiciente il sagrato non può che narrare i passi del vangelo che i misteri rappresentano  e benedire tutti i presenti.

Scocca la mezzanotte, ormai esausta mi tocca l’ultimo tratto, il più difficile, sulle chianche rese scivolose dalla cere delle candele: si ritorna alla chiesa del Patronato, gli uomini ormai stanchi  portano il feretro nella piccola cappella e le giudee sbarrano il passo a coloro che non per devozione, bensì per accaparrarsi l’addobbo floreale di Gesù Morto, tentano di entrare in chiesa.

Qualcuno riesce a sgattaiolare, complice qualche "collega" compiacente: in sagrestia, smessi i panni della giudea, penso se sia il caso di ripetere per l’ottava volta questa esperienza.
Mi reco in chiesa e fermandomi un attimo a pregare capisco che anche l’anno prossimo se ne avrò la forza non potrò fare a meno di questo bagno di sacralità, di questo ritorno alle origini che non ha un perché.

N.B. Per una sorta di Par condicio pubblichiamo le foto di Egidio Magnani scattate durante la Processione dei Misteri di Ceglie del Campo, anch’essa estremamente emozionante.

lunedì 17 Aprile 2006

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