Cultura

Bari: Verso il cambio di vertice d’Ateneo

Lenny Napoli
È il giurista fra i papabili: ecco il suo programma
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Antonio Iannarelli, Professore ordinario di Diritto Agrario dall’ A.A. 1985/86, è Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’ Università degli Studi di Bari, al suo secondo mandato.
Attualmente Direttore del Corso di Perfezionamento in Diritto Privato Europeo (istituito nel 1997) e componente del Collegio dei docenti del Dottorato in Diritto Privato e Nuove Tecnologie, ha svolto  numerose attività di docenza insegnando nelle Università di Lecce, Taranto e Foggia.
Ha ricoperto cariche accademiche quale quella di Direttore del Seminario Giuridico della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bari per circa 10 anni.
La sua esperienza ha superato i confini locali creando relazioni internazionali attraverso l’ organizzazione del Corso di Diritto comparato Italia-Argentina (A.A. 2005-2006) presso l’ Università Argentina dell’ Impresa (Buenos Aires) e l’ Università di Conception de l’ Uruguay.

Appartenendo a questo Ateneo da oltre 30 anni, il Professor Iannarelli, ha avuto modo di constatare alcuni problemi presenti al suo interno, individuando indirizzi precisi e concreti per farvi fronte che, in occasione delle elezioni del nuovo Rettore, presenta all’intera comunità universitaria in veste di candidato.
Il suo programma è un documento teso a delineare gli interventi sui quali si possa puntare concretamente nel breve periodo di durata del mandato di Rettore che “rende inutile presentare un documento programmatico di ampie dimensioni che rischia, tra l’altro, di rivelarsi un libro dei sogni.”.
A suo avviso, l’ Università degli Studi di Bari deve interrogarsi sul ruolo che intende svolgere sia nel presente sia nel futuro, partendo dal recupero della propria autentica identità di istituzione di alta formazione e di ricerca preposta ad arricchire il processo di sviluppo della scienza e di trasmissione del sapere.
L’Università è infatti fondamentalmente basata sulla formazione dei giovani e sulla ricerca che, promuovendo il sapere, avvantaggia l’intera collettività attraverso il ricambio progressivo del corpo docente ossia del “capitale umano di eccellenza”.
Punto di partenza dell’ Università deve essere quello di assolvere una funzione unitaria strutturalmente caratterizzata dal nesso inscindibile tra didattica e ricerca, messo a rischio dal processo di “licealizzazione” che deve essere al più presto arginato.
Tale processo, infatti, da una parte assegna agli Atenei un ruolo unicamente didattico in linea di assoluta continuità con la scuola media superiore e dall’ altra mira a spostare la ricerca in altre istituzioni o strutture economiche diverse dall’ Università.
Al fine di sviluppare sempre più una solida e qualificata ricerca all’interno del nostro Ateneo è necessario da un verso potenziare i Dipartimenti e assicurare loro certezza nell’autonomia finanziaria e nella gestione delle risorse provenenti dall’ esterno, dall’ altro favorire aggregazioni interdipartimentali agili.
L’ Università è composta in larga parte dagli studenti ed è per questo che deve intervenire, al proprio interno, secondo il principio di solidarietà e equità e, all’ esterno, in veste di autorevole soggetto collettivo offrendo una didattica di qualità.
Per attuare tutto questo l’ Università deve avviare una politica che miri a investire costruttivamente le risorse ordinarie e nello stesso tempo adoperarsi nella ricerca di risorse aggiuntive.
Una riforma quindi che parte dell’ interno per guardare all’ esterno.
I finanziamenti ordinari, provenienti dal fondo ministeriale, devono essere distribuiti secondo regole precise e trasparenti, rilevate dai dati che arrivano dal sistema di valutazione e di autovalutazione, che vanno opportunamente calibrate e rivisitate.
In riferimento alle risorse finanziarie aggiuntive,invece, in attesa della costituzione di un “ufficio dell’ Ateneo” presso l’Unione Europea, si devono creare delle soluzioni che permettano di aiutare le Facoltà e i Dipartimenti che vogliano elaborare programmi di ricerca finanziati a livello europeo.
La credibilità dell’ Università deve essere costruita rimettendo in movimento strategie interne che favoriscano il merito, ma che all’esterno cooperino con le altre istituzioni territoriali quali in primis gli altri Atenei pugliesi, il Comune, la Provincia e le Regioni che devono diventare partner di convenzioni e committenti di progetti e di servizi che l’ Università con le sue competenze è in grado di fornire.
Indispensabile risulta, inoltre, gestire in maniera appropriata, le risorse da investire nel personale tecnico amministrativo secondo criteri trasparenti, condivisi e oggettivi atti a creare il riequilibrio, sulla base del turn over, attraverso una precisa mappatura dei Dipartimenti, delle Facoltà e degli uffici centrali, ciò richiede la preventiva individuazione dei servizi spettanti a ciascuna struttura.
A livello statutario, sono importanti e numerose le riforme che bisognerebbe attuare.
L’ idea del Professor Iannarelli è che il nuovo Rettore debba evitare la parcellizzazione delle deleghe, attuata in passato, in favore di “superdelegati” di macroaree, cioè di aggregazioni legate alle esigenze strategiche dell’Ateneo(Ricerca, didattica, amministrazione, rinvenimento delle risorse).
Secondo il Professor Iannarelli, quindi, bisogna puntare sulla centralità della didattica e della ricerca, operando in coerenza e rispettando le regole della trasparenza  e del rigore: è questo il solo “modus operandi” che garantirà l’interesse di tutta la comunità.

 

giovedì 13 Aprile 2006

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