Tra venerdì e sabato, Piazza del Ferrarese cercherà per qualche ora di rivitalizzare la tradizione, antica e piuttosto trascurata, di celebrare la fine del carnevale con un corso in maschera, per strada e collettivamente, tirando fuori dalle case e dai circoli privati la pazzia che solo in questo periodo dell’anno ci permette di sconvolgere i nostri ritmi abituali.
Il Carnevale, infatti, è un lontano parente dei saturnali romani, durante i quali schiavi e padronisi scambiavano i ruoli a significare lo sconvolgimento anche astrale in atto, destinato però ad essere di breve durata. Ecco le maschere dunque ed ecco la morte simbolica di un qualcuno, a Bari vecchia era Zi Rocche, destinato ad essere "ucciso" dalla comunità copo un sommario processo. la sua morte, infatti, portava via tuttii mali e preparava l’arrivo della nuova vita primaverile e, si sperava. buoni frutti dalla terra e dal mare.
Quest’anno il Circolo Acli Dalfino, con il supporto del Comune di Bari, dell’Associazione dei Panificatori, di qualche sponsor privato e della IX Circoscrizione (San Nicola – Murat), ripropone nell’ambito più allargato e coinvolgente dell’ultimo sabatodi carnevale, la sagra del calzone, quella squisitezza al forno, capolavoro della sapienza popolare, in cui l’austerità degli ingrdienti (cipolla soprattutto) si unisce all’irresistibile mix di odori e sapori creato dalle mani esperte delle donne baresi (e anche di qualche uomo).
La serata di venerdì sarà animata, per le strade del centro, da un vero banditore che, a furia di grida e colpi di tamburo e squilli di tromba, annuncerà alla popolazione tutta la gran festa della sera seguente.
Sabato invece, apartire dalle 18, canti, balli, maschere e calzone per tutti. Ne ha parlato un come sempre entusiasta Michele Fanelli, consigliere comunale della Lista Emiliano, infaticabile animatore (e rianimatore) delle tradizioni popolari baresi che riesce a far accettare e digerire anche ai meno nostalgici o ai disincantati.
Forse perchè ila sua ricerca delle "radici" non ha nulla di integralsita e fanatico, ma rappresneta una grande e profonda ricognizione della città, mai abbastanza conscia di se stessa e delle sue potenzialità.
Insomma, Fanelli si augura che la sera di sabato la gente venga a Piazza del Ferrarese vestita a maschera, come usava una volta e come ancora accade in tante città (per tutte, Venezia), dove nessuno mai si sognerebbe di abrogare o disprezzare questo appuntamento con la storia, viste anche le ricadute in temini turistici.
Eventi come questo, ha sottolineato poi Sergio Ventrella, sono propedeutici sia a creare in città occasioni che possano attrarre visitatori e turismo (ogni anno 70 mila persone transitano da Bari come turisti, ma di queste solo poche migliaia si fermano), sia per aprire la strada alla richiesta della DOP (Denominazione di Origine Protetta) per due prodotti baresi molto amati e poco valorizzati come la focaccia e, appunto, il calzone nella sua versione classica a base di cipolla.
La popolazione è dunque avvisata ed invitata: sabato 25 febbraio, a partire dalle 18.30, tutti in maschera e , raccomandazione per tutti, non venite mangiati: il calzone di cipolla e un buon bicchier di rosso vi aspettano.