Cronaca

Elicotteri e sirene nella notte a Bari: sgominato il clan di Mimmo La Luna

Antonella Ardito
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Maxi operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Bari con l’ausilio delle forze di Polizia nella notte a Bari ai danni del clan Strisciuglio: il clan di Mimmo la Luna è stato completamente annientato dalle 182 ordinanze di custodia cautelare, settanta delle quali notificate in carcere e 215 avvisi di conclusione di indagini.

Trentotto i capi d’accusa, dall’omicidio allo spaccio di droga: questo il vero grande business degli uomini di Mimmo Strisciuglio, che solo sulla Piazza di Carbonara fruttava 10.000 euro di incasso al giorno.

Mimmo e i suoi fratelli si distaccarono dai Capriati, ha riferito stamane il Sostituto Procuratore distrettuale Antimafia, la dottoressa Desireé di Geronimo, nel 1998, "per incomprensioni dovute alla spartizione dei proventi delle attività illecite e alla protezione economica e legale in carcere per gli affiliati detenuti e le loro famiglie".

Da allora sono state inoltrate sentenze di morte nei confronti degli ex amici, e nell’informativa ECLISSI che ha dato anche il nome alla maxi retata di stanotte, sono ricostruiti 10 anni, dal 1997 ad oggi di lotta alla mafia si desume anche questo.

In questi settanta faldoni informatizzati formulati dalla procura, sono raccolte tutte le vicende del clan, l’analisi del ruolo delle donne, luogotenenti degli uomini in carcere, e anche l’uso dei minorenni come corrieri della droga o come detentori d’armi: quello che colpisce guardando la lista delle persone tratte in arresto è la loro giovanissima età, segno di un’educazione alla illegalità, come ha detto la Di Geronimo, "che inizia nelle famiglie criminali già a 10-11 anni come piccoli spacciatori" e che "porta i più giovani ad una maturità criminale in tenera età", come ha dichiarato il Procuratore Nazionale Antimafia Grasso.

Grande soddisfazione da parte sua per questo successo della direzione distrettuale antimafia di Bari, "sicuramente un punto d’arrivo ma anche un punto di partenza", ha dichiarato, "per la sicurezza di un territorio che non può più tollerare morti innocenti".

Dal Presidente della Corte D’Assise, De Marco, arriva invece il plauso per il corretto scambio di informazioni tra gli organi giudiziari e di controllo, che hanno portato agli arresti di oggi.

Oltre agli uomini anche i beni del clan Strisciuglio sono stati quasi completamente polverizzati: come ha riferito il Capitano dei Carabinieri Leonardi, sono stati sequestrati beni per sette milioni di euro in base alla normativa antimafia: auto che servivano per le trasferte al nord delle mogli dei detenuti, una villa con tutti i confort ad Adelfia di proprietà di Sigismondo Strisciuglio e altri tre appartamenti, ma anche una Boutique gestita dalle donne del clan e un negozio di surgelati a Carbonara.

I proventi degli illeciti finivano anche per finanziare un’Agenzia di Pompe Funebri chiamata San Michele, in onore del Santo Patrono di Carbonara, il quartiere di Bari che assieme a Enziteto, enclave sottratta al clan Parisi nel 2003, Libertà, San Girolamo e Bari Vecchia, ha visto gli Strisciuglio spadroneggiare e spargere sangue anche innocente. Come non ricordare l’omicidio di Gaetano Marchitelli, nell’ottobre 2003 a Carbonara, vittima innocente della guerra di mala tra gli Strisciuglio appunto, e i Di Cosola attivi nella vicina Ceglie del Campo.

Adesso si attende un maxi processo, ma intanto la Di Geronimo ha detto che oggi la Piazza di Carbonara è stata restituita ai cittadini: ma intanto le indagini non si fermano per evitare che gli altri clan attivi a Bari prendano il potere sui territori lasciati liberi dagli uomini e le donne di Mimmo La Luna.

lunedì 23 Gennaio 2006

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